Treviso. Il coro "stupro, stupro" rivolto da giovani a una conducente della Mom. Non è un caso isolato.
Gli insulti sessisti contro le autiste dell'azienda di trasporto pubblico Mom (Mobilità di Marca) della provincia di Treviso purtroppo non rappresentano un caso isolato.
Già l'estate scorsa una conducente era stata pesantemente presa di mira con frasi irripetibili pronunciate da un gruppo di passeggeri a bordo della corriera della linea Treviso-Jesolo. A rivelarlo è Stefano Bergamin, vicesegretario della Fit Cisl di Treviso e Belluno, alla guida della Rsu dell'azienda di trasporto pubblico locale.
E di recente si è aggiunto anche il caso del coro inneggiante allo stupro intonato contro l'autista da una trentina di ragazzi sulla corriera della linea tra Conegliano e Pieve di Soligo.
«Purtroppo non è la prima volta che si verificano episodi di questo tipo – ricorda il sindacalista – lo scorso 2 giugno, proprio all'avvio della tratta estiva Treviso-Jesolo, un'altra autista è stata pesantemente insultata sempre con offese a sfondo sessista. E nel mirino sono spesso finite anche le agenti accertatrici durante i controlli di routine all'interno dei mezzi».
Davanti a questa situazione, la Fit Cisl lancia un appello alle autorità: «Intervengano, a partire dal prefetto e dal questore, per potenziare la presenza delle forze dell'ordine nelle stazioni e nei bus». Gli episodi di violenza, sia verbale che fisica, purtroppo non sono mai mancati. Adesso, però, si è all'esasperazione.
L'azienda Mom fa il possibile tra vigilantes armati, telecamere e rafforzamento dei controlli. Ma evidentemente non basta. «Noi non possiamo e non vogliamo occuparci di sicurezza», è quanto trapela dalla società del trasporto pubblico locale.
«La violenza, sia essa verbale o fisica, contro i lavoratori è sempre grave, ma quando va a colpire una donna con ingiurie sessiste è del tutto inaccettabile», mette in chiaro Bergamin, condannando l'agghiacciante coro risuonato a bordo della corriera della linea Conegliano-Pieve di Soligo: «Un episodio vergognoso». (di Mauro Favaro – Il Gazzettino)