Orentano. Omicidio Khrystyna Novak. Il rinvio del processo in Appello dovrà chiarire i "futili motivi".

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Orentano. Omicidio Khrystyna Novak. Il rinvio del processo in Appello dovrà chiarire i "futili motivi".

La Corte d'Appello dovrà decidere quale delle due versioni rese da Francesco Lupino sia la più attendibile.

È su questo motivo che la Corte di Cassazione ha rinviato a un nuovo giudizio di secondo grado il procedimento sull'omicidio di Krystyna Novak. Infatti, secondo la prima versione fornita dal 53enne – si legge nella sentenza –, la giovane aveva minacciato l'uomo di "mettere tutto in piazza": ovvero che avrebbe rivelato alla fidanzata di Lupino che lo stesso aveva sniffato cocaina e aveva avuto una tresca con un'amica della ragazza.

Mentre in seguito, l'imputato aveva arricchito la propria narrazione descrivendo un'interlocuzione di tipo diverso, nel senso che la vittima aveva prospettato anche una vera e propria denuncia di Lupino alla Polizia.

"Risolte le questioni relative alla effettiva ricostruzione della interlocuzione tra la Novak e Lupino e della credibilità di quest'ultimo – stabiliscono gli ermellini – il giudice di rinvio dovrà valutare la sussistenza dell'aggravante dei futili motivi", tenendo conto dei consolidati orientamenti in materia della Cassazione.

Francesco Lupino – difeso dall'avvocato Antonio Bertei – uccise la ragazza con colpo di pistola alla testa. La donna era rimasta sola in casa dopo l'arresto del fidanzato Airam Gonzales, che Lupino aveva incastrato con una soffiata alla Polizia. E lei sapeva tutto. Dei traffici illeciti e anche che Lupino faceva uso di droga.

Fu poi lo stesso tatuatore di Corte Nardi, una volta incastrato e arrestato dalla squadra mobile, a raccontare di averla uccisa al pm Egidio Celano dopo tre mesi di carcere e dopo che gli inquirenti avevano ritrovato anche il corpo della 29enne, gettato in un vecchio casolare.

In primo grado Lupino venne condannato a 29 anni. Pena che in Appello è scesa a 24 anni. Ora scatta l'appello bis – limitatamente all'aggravante – che apre al tatuatore l'opportunità di un'ulteriore sconto di pena. (di Carlo Baroni – la Nazione)

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