Barletta. Il figlio di Giovanna Traiano: "Ho scelto il cognome di mia madre, vittima di femminicidio".

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Barletta. Il figlio di Giovanna Traiano: "Ho scelto il cognome di mia madre, vittima di femminicidio".

Alfredo Traiano, un bambino come tanti che a soli 4 anni si ritrova orfano della madre, Giovanna Traiano, perché è stata uccisa dal compagno.

Era il 21 febbraio del 2003 quando a Foggia suo padre uccise la compagna con un colpo di pistola alle spalle. Lo ha raccontato Alfredo, bambino ieri e uomo oggi, al quale manca ancora quell'abbraccio materno, rivolgendosi agli studenti dell'istituto tecnico Cassandro-Fermi-Nervi di Barletta.

Nell'incontro ha anche avuto modo di parlare dei suoi nonni materni, definendoli "supereroi", quelle persone che non lo hanno mai abbandonato e lo hanno aiutato a superare la rabbia contro quell'uomo che gli aveva tolto tutto.

La madre di Alfredo conosce subito i primi segnali di quella violenza, ma perdona per troppo tempo. "Quando sono nato il mio pianto gli dava fastidio, ci sbatteva fuori quando io piangevo e se mia madre si opponeva veniva presa a schiaffi. È stata sempre una donna molto forte, non si è mai arresa e ha continuato a lavorare, nonostante lui la volesse a casa, fino al giorno prima di morire".

Una voce con sentimenti contrastanti quella di Alfredo, che a soli 18 anni decide di farsi un regalo, quello di cambiare il suo cognome, scegliendo quello di sua madre. Alfredo ha raccontato la sua storia nel documentario "Nel cognome che ho scelto" realizzato dal regista foggiano Lorenzo Sepalone, sempre attento ad approfondire con discrezione e sensibilità le storie delle persone.

A concludere l'incontro di sensibilizzazione ci sono state anche le parole della preside Annalisa Ruggieri: "Sono particolarmente colpita perché ci vuole coraggio, e credo che è quello che serva per combattere la paura. Il messaggio di Alfredo credo che non sia quello di non avere paura, ma di avere il coraggio di combatterla. Ringrazio personalmente la professoressa Riefolo che attenziona i bisogni dei ragazzi e coglie momenti di bisogni emotivi per i quali ci vuole grande sensibilità. Invito i ragazzi a parlarne con chi può dare una mano concreta per cercare una fine alle violenze". (di Alessia Filograsso – BarlettaViva)

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