Milano. Valentina Belvisi, orfana di femminicidio: "Non bisogna avere paura di chiedere aiuto".
La vita di Valentina Belvisi è stata stravolta il 15 gennaio 2017, quando a Milano suo padre Luigi ha ucciso la mamma Rosanna, con 29 coltellate. Da quel giorno, Valentina ha smesso di chiamarlo "papà", preferendo usare il nome o semplicemente il pronome «lui».
Da quel momento in poi per la giovane donna, oggi 32enne, sposata e mamma di un bambino, è cominciato un doloroso percorso di ripresa. «Io non ero a Milano quel giorno», ricorda Valentina in un'intervista al Corriere della Sera. «Ero andata in Svizzera con il mio ragazzo. Ho saputo della morte di mamma dal telegiornale, una mancanza di tatto tra le tante che ho dovuto affrontare».
Ora Valentina, a 32 anni, vive in Veneto, ha un marito, un figlio e lavora in un'azienda informatica. Il padre di sta scontando una condanna a 18 anni: «Non riconoscere la crudeltà dopo 29 coltellate è inaudito. Il giorno della condanna ho perso mia madre una seconda volta». Quell'uomo lo ha rivisto solo una volta, nel 2018, per comunicargli di aver cambiato cognome utilizzando quello della mamma.
Recentemente Valentina ha pubblicato un libro, "Rinasco per te", un'opera nata dalla necessità di elaborare i brutti sogni e le esperienze vissute. «Ho iniziato a scrivere di notte, quando non riuscivo a dormire», spiega. Nel libro, condivide non solo la sua storia, ma anche consigli per donne in situazioni simili.
Oggi, come ambasciatrice dell'associazione "Edela", Valentina incita le donne a trovare la forza di ribellarsi alla violenza. «Non bisogna aver paura di chiedere aiuto. Si può ricominciare a vivere, e noi lo dobbiamo a noi stesse e ai nostri figli». (Leggo)