Mozzate. Uccise l'ex compagna Lidia Nusdorfi e l'amante di lei nel 2014. È morto Dritan Demiraj.

Immagine della notizia (Immagine di Dario Crespi (Yiyi) su it.wikipedia.org — CC BY-SA 4.0)

Mozzate. Uccise l'ex compagna Lidia Nusdorfi e l'amante di lei nel 2014. È morto Dritan Demiraj.

Non poteva accettare il tradimento della donna a cui era stato legato sentimentalmente: per Dritan Demiraj, quell'onta andava lavata nel sangue. Per avere la sua vendetta, il pasticcere albanese aveva messo in atto un piano diabolico, culminato in un duplice omicidio: quello dell'ex compagna Lidia Nusdorfi e l'amante di lei, Silvio Mannina.

L'uomo fu ucciso per primo, la sera del 28 febbraio del 2014, dopo averlo attirato in una trappola a Rimini con la complicità della sua amante di Demiraj, Monica Sanchi. Poi il giorno seguente fu uccisa Lidia Nusdorfi, dopo averla aggredita con undici coltellate nel sottopasso della stazione di Mozzate in provincia di Como.

Dieci anni dopo, la vita ha chiuso i conti con Demiraj. Il killer del lago Azzurro di Santarcangelo di Romagna, lì dove il corpo sfigurato di Mannina era stato gettato successivamente al delitto, è morto giovedì scorso in una stanza del reparto di Geriatria dell'ospedale di Parma.

Ci era finito otto anni fa, dopo essere stato pestato con pugni e calci da un ex pugile romeno, nei corridoi del carcere, e da allora non l'aveva più lasciata, rimanendo inchiodato al letto, con un forte deficit di memoria e comprensione dovuto a danni cerebrali irreversibili.

A causa delle sue condizioni cliniche, il killer era stato dichiarato "incapace di intendere e volere": nel 2017 era così tornato formalmente libero, dopo che la Corte d'Appello di Bologna aveva sentenziato per lui il "non luogo a procedere".

Monica Sanchi, l'ex amante di Demiraj, era stata invece condannata a 30 anni di carcere. Nel 2019, però, una neoplasia al midollo spinale se l'è portata via dopo averla confinata a letto in stato di paralisi. "Non sono un mostro, non giudicatemi troppo severamente" aveva implorato, prima di morire. "La mia maledizione è stata quella di incrociare la sua strada, di averlo amato", aveva detto la donna. (di Lorenzo Muccioli – il Resto del Carlino)

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