Susa. Il caso della scomparsa di Mara Favro. Ora si indaga per omicidio: Testimonianze discordanti.
Ora si indaga per omicidio sulla scomparsa di Mara Favro, la 51enne di cui si sono perse le tracce in Val di Susa (Torino) dopo la notte tra il 7 e l'8 marzo 2024. Il fascicolo, inizialmente aperto senza ipotesi di reato, ora è stato modificato.
Il fratello della donna, assistito dall'avvocato Roberto Saraniti, aveva inviato in Procura a Torino un esposto proprio per omicidio e occultamento di cadavere. I Carabinieri stanno allargando via via la platea delle persone sentite, a cui si sono aggiunti tra gli altri i vicini di casa.
Due testimoni hanno ricordato di averla vista per l'ultima volta nella propria casa, proprio il 7 marzo: il primo alle 20.30, il secondo alle 21.30. Questa versione coinciderebbe con il contenuto di un presunto messaggio che la donna avrebbe inviato la mattina dell'8 marzo al datore di lavoro, in cui diceva che non avrebbe più lavorato nel locale dove lei era impiegata come cameriera. Il messaggio però non più reperibile. Il suo cellulare non si trova e il datore di lavoro, titolare di una pizzeria di Chiomonte, l'avrebbe cancellato.
Secondo l'uomo, che lo ha fatto mettere a verbale, "Mara Favro la sera tra il 7 e l'8 marzo è andata via con il pizzaiolo, con la macchina di lui, anche se lui non aveva la patente". Quest'ultimo l'avrebbe poi lasciata davanti a un pub di Susa. Ma poco prima delle tre di notte Mara sarebbe tornata indietro, grazie a un passaggio di un camionista, perché, sempre a detta del titolare, aveva "dimenticato le chiavi di casa e un pacchetto di sigarette". Poi si sarebbe incamminata sulla statale 24, nuovamente verso Susa. Stavolta a piedi e nel buio per poco più di 7 chilometri di distanza.
"Non potevo accompagnarla io, visto che non posso uscire dopo la mezzanotte", ha spiegato il titolare del locale. Versione però smentita in parte dal pizzaiolo: "Non ho accompagnato nessuno. Non ho la patente. Lei mi ha dato uno strappo fino al tornante stradale di Susa, perché era venuta a lavoro in auto. Mi disse che la macchina era guasta".
Il titolare del locale, si sente forte della sua versione anche perché "la sera che Mara è scomparsa, alle tre e mezza circa, come ogni notte o quasi, la pattuglia dei Carabinieri è venuta a controllarmi a casa". L'uomo è infatti da anni in libertà vigilata dopo una condanna per associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico, alla riduzione in schiavitù e allo sfruttamento della prostituzione. (ANSA)