Voce su Franca Fava e Fiorella Sandre

La Chiesa di San Martino Vescovo a Paese (Treviso) dove sono stati celebrati i funerali di Franca Fava e Fiorella Sandre (di Threecharlie, licenza CC BY-SA 4.0)
Le signore Franca Fava, 68 anni, e Fiorella Sandre, 74 anni, persero la vita nella notte tra il 9 e il 10 giugno 2020 in seguito a un incendio sviluppatosi nell'abitazione in cui risiedevano a Castagnole, frazione del comune di Paese in provincia di Treviso.[1]
Entrambe condividevano la casa insieme a Sergio Miglioranza, 70 anni, rispettivamente marito della sessantottenne e amico della settantaquattrenne. Le due donne occupavano il piano terra perché avevano problemi fisici che non le permettevano di salire le scale, mentre l'uomo si era stabilito al piano superiore.
Nel corso dell'incendio Miglioranza era riuscito a trarsi in salvo. Le due anziane invece rimasero intrappolate all'interno, furono avvolte dalle fiamme e morirono carbonizzate. Nel rogo persero la vita anche due dei tre cani della famiglia. Ad allertare telefonicamente i soccorsi era stata la signora Sandre intorno all'una di notte. Le forze dell'ordine e i Vigili del Fuoco intervenuti sul posto non poterono fare nulla per salvare le vittime. Miglioranza, leggermente intossicato, fu trasportato dal personale sanitario in ospedale dove ricevette le necessarie cure.
I due coniugi avevano un figlio che perse le vita nel 1999, a 23 anni, a causa di un incidente sul lavoro. Fiorella Sandre era una conoscente della coppia da anni ed era stata ospitata nell'abitazione da diversi mesi.[2] In seguito al drammatico episodio, la Procura di Treviso aveva aperto un fascicolo d'inchiesta iscrivendo nel registro degli indagati il signor Miglioranza.[3] Secondo le risultanze investigative, il rogo sarebbe stato appiccato intenzionalmente.
Il 5 marzo 2021, su richiesta della Procura, il giudice per le indagini preliminari emise un'ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico del settantenne con le accuse di incendio doloso e omicidio volontario. Varie le aggravanti contestate, tra cui la premeditazione del delitto e l'aver appiccato il rogo su un edificio abitato e con abuso di relazioni domestiche. L'uomo, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, avrebbe causato di proposito l'incendio con l'obiettivo di riscattare il premio assicurativo per i danni alla casa e per la morte delle due donne. L'importo da incassare si sarebbe aggirato intorno ai 950 mila euro.[4]
Miglioranza, interrogato poco dopo i fatti, sostenne che durante il rogo lui era riuscito a scappare attraverso una scala esterna. Le indagini però avrebbero appurato che, mentre le fiamme iniziarono a divampare, l'anziano era già fuori dall'abitazione e tutte porte della casa furono bloccate appositamente per non far uscire le vittime.[5][6] Dopo l'arresto, l'uomo si proclamò innocente nel corso del colloquio con i propri legali.[7][8]
Nell'interrogatorio di garanzia di fronte al gip, si avvalse della facoltà di non rispondere.[9] Nei suoi confronti fu confermata la custodia cautelare.[10] Tuttavia, nelle settimane successive lo stesso giudice, in considerazione del peggioramento delle condizioni di salute dell'uomo e lo stress determinato dall'ambiente carcerario, revocò il provvedimento e dispose gli arresti domiciliari.[11]
Nel febbraio del 2022 l'anziano fu rinviato a giudizio. Nei suoi confronti furono confermate le accuse di duplice omicidio pluriaggravato e premeditato, incendio doloso, violazione dei sigilli apposti sul luogo dell'accaduto e tentata truffa ai danni della società assicurativa.[12] Nel corso del dibattimento, alcuni testimoni, tra cui un carabiniere intervenuto sul luogo del rogo la notte tra il 9 e il 10 giugno 2020, avevano riferito delle versioni contraddittorie fornite dall'imputato nell'immediatezza dei fatti.[13]