Voce su Elena Morandi
Elena Morandi, 56 anni, è morta nella notte tra sabato 23 e domenica 24 settembre 2017 a causa di un incendio divampato all'interno della sua abitazione situata nella zona Sant'Agnese della città di Modena. La donna per anni aveva svolto la professione di avvocato civilista, ma negli ultimi tempi si era ritirata dall'attività.

Foto di Piazza Grande di notte a Modena (di Lara Zanarini, licenza CC BY-SA 3.0)
L'allarme fu lanciato da due ragazzi che avevano notato del fumo uscire da una finestra laterale della casa nella quale la cinquantaseienne viveva da sola. Dopo aver domato le fiamme, i vigili del fuoco scoprirono il corpo senza vita della vittima sul divano del salone.
Dalle prime analisi si ipotizzò che il rogo fosse stato scaturito da un principio d'incendio provocato da un mozzicone di sigaretta caduto per sbaglio nella camera da letto che sprigionò una densa cappa di fumo diffusasi in tutto l'appartamento. L'autopsia aveva accertato il decesso della signora Morandi per asfissia in seguito all'intossicazione avvenuta durante il presunto incidente. Gli esami tossicologici avevano anche rilevato un'assunzione in alte quantità di alcol e farmaci.[1][2]
Le indagini della Procura di Modena però fecero emergere un quadro differente. Pasquale Concas, 49 anni all'epoca dei fatti, operaio pregiudicato originario di Osilo (Sassari) e trasferitosi a Modena dopo aver scontato una condanna a 28 anni di reclusione, era stato indagato come unico responsabile della morte dell'ex avvocata civilista. L'uomo avrebbe avuto una relazione con la vittima. I due si frequentavano da mesi e i controlli effettuati sui loro cellulari aveva permesso di individuare la posizione dell'indiziato nelle vicinanze della casa della donna.
Successivamente il quarantanovenne fu indagato e rinchiuso in carcere per l'assassinio di una prostituta ungherese di nome Arietta Mata, avvenuto nel gennaio del 2018. Durante la detenzione in carcere, l'uomo fu interrogato sul caso Morandi e confermò di essere stato in compagnia dell'ex avvocata, all'interno dell'appartamento, nel corso del pomeriggio del 23 settembre 2017, negando comunque di aver avuto un coinvolgimento nell'incendio che si sviluppò in tarda notte quando la vittima era sola.[3][4]
Ma gli inquirenti non diedero credito a quella versione e, alla chiusura delle indagini, avvenuta nella primavera del 2019, vennero confermate nei suoi confronti le accuse di tentata distruzione di cadavere e omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Contestati anche i reati di incendio e rapina. L'uomo avrebbe approfittato dello stato confusionale della donna, alterato da alcol e farmaci, per rubare dalla casa trecento euro in contanti e un computer.

Il Palazzo Comunale in Piazza Grande a Modena (di Giorgio Ingrami, licenza CC BY-SA 4.0)
Secondo le ricostruzioni degli investigatori, Concas avrebbe provocato l'incendio nell'abitazione usufruendo di un innesco scattato ore dopo la sua uscita dall'appartamento, tentando così di far apparire il decesso dell'ex avvocata come la conseguenza di un incidente domestico.[5][6]
Il tutto aggravato dalla recidività, considerato che l'uomo era già stato condannato per omicidio. Aveva scontato 28 anni di reclusione per il delitto di Loredana Gottardi, avvenuto nel 1994 a Olbia. Tornato libero nel 2015,[7] finì di nuovo in cella nel 2018 per l'omicidio di Arietta Mata, per il quale fu poi condannato negli anni seguenti. La signora Gottardi fu sgozzata in casa e l'assassino tentò di simulare un'incidente provocando un'esplosione.
La giovane Arietta fu uccisa dopo essere stata derubata di 700 euro. Concas abbandonò il corpo esanime della ragazza sui binari della ferrovia di Gaggio di Piano di Castelfranco Emilia per inscenare un suicidio: il corpo fu travolto da un treno di passaggio.[8]
Nel maggio del 2021 per l'uomo fu disposto il rinvio a giudizio in rito abbreviato nell'ambito del caso Morandi.[9][10] Il 18 novembre 2022 fu condannato in primo grado all'ergastolo.[11][12]