Voce su Arietta Mata
Arietta Mata, 24 anni, era una ragazza di origini ungheresi trovata morta la mattina del 21 gennaio 2018 sui binari della ferrovia a Gaggio di Piano, frazione del comune di Castelfranco Emilia in provincia di Modena.
La giovane fu travolta da un treno di passaggio e, in un primo momento, si ipotizzò il decesso per suicidio. Tuttavia gli inquirenti non esclusero altre piste investigative. La Squadra Mobile della Polizia, che condusse le indagini, riuscì a risalire all'identità della vittima esaminando le impronte digitali. La ventiquattrenne abitava nel quartiere San Damaso di Modena e faceva la prostituta. Il suo nome era presente nei registri di una precedente inchiesta, svolta anni addietro su un giro di prostituzione del nord Italia.[1] Nei giorni seguenti al ritrovamento del cadavere fu arrestato un operaio di 50 anni, Pasquale Concas, originario di Osilo (Sassari).
Foto della linea ferroviaria che attraversa Castelfranco Emilia in provincia di Modena (di Marco Cacozza, licenza CC BY-SA 3.0)
Dagli accertamenti eseguiti tramite il controllo delle telecamere di videosorveglianza della zona e i tabulati delle celle telefoniche, i consulenti della Procura modenese riuscirono a ricostruire la dinamica della vicenda. Il 20 gennaio Concas fece salire Arietta Mata sulla sua auto in via Emilia Est. I due si appartarono in una zona di campagna, svoltando lungo via Bonvino e fermandosi nei pressi del tratto ferroviario.[2] Successivamente sarebbe scoppiata una lite che costrinse la vittima a scappare dall'abitacolo.
La ragazza provò ad allontanarsi, raggiungendo la barriera che delimitava la strada sterrata e i binari, ma l'uomo non le lasciò scampo. Bloccata dal malintenzionato, fu strangolata. Come se non bastasse, il cinquantenne le fracassò il cranio, sbattendole più volte la testa contro una rotaia. Infine la abbandonò sui binari per farla travolgere da un treno nel tentativo di inscenare un suicidio.
Secondo gli investigatori, il movente di tale barbarie sarebbe riconducibile alla volontà dell'assassino di estorcere denaro da spendere nel gioco d'azzardo. Concas sarebbe stato affetto da ludopatia e avrebbe sottratto settecento euro alla giovane. La lite avvenuta in macchina sarebbe stata scaturita dal tentativo del conducente di appropriarsi dei soldi che la ventiquattrenne portava con sé. Successivamente l'uomo venne filmato da alcune telecamere mentre giocava alle slot machine di un locale modenese e, probabilmente, i soldi rubati alla vittima sarebbero serviti per quello.[3][4]
Concas era già noto alle forze dell'ordine per reati legati all'estorsione di denaro. Nel 1994 fu condannato in via definitiva a 28 anni di reclusione (tornò in libertà nel 2015) per aver rapinato e ucciso, sgozzandola, un'anziana pensionata di nome Loredana Gottardi. Il fatto avvenne a Olbia e il killer provò a cancellare le sue tracce, tentando di provocare un'esplosione nella casa della signora dove si verificò il delitto.
Durante gli anni della reclusione, riuscì a ottenere per buona condotta diversi permessi premio, ma in uno di questi tentò una fuga. Un giorno, invece di ritornare al penitenziario di Alghero, si imbarcò a Porto Torres per raggiungere Genova. Rintracciato telefonicamente dai Carabinieri, fu poi convinto a prendere un nuovo traghetto per rientrare in Sardegna e continuare a scontare la propria pena in carcere.[5][6]
Nell'udienza di convalida dell'arresto svolta il 27 gennaio 2018, l'uomo si avvalse della facoltà di non rispondere di fronte al giudice per le indagini preliminari. Nei suoi confronti venne confermata l'accusa di omicidio per la morte di Arietta Mata.[4] Nei mesi successivi, al termine delle indagini, la Procura di Modena chiese il rinvio a giudizio.
Nel gennaio del 2019 Concas fu ufficialmente indagato anche per l'omicidio di un'altra donna. Si trattava dell'ex avvocata civilista Elena Morandi, 56 anni, trovata morta a Modena il 24 settembre 2017 all'interno della propria abitazione. Il decesso avvenne per soffocamento: la vittima fu uccisa dal fumo di un incendio appiccato in casa. Secondo le ricostruzioni emerse dalle indagini, Concas aveva una relazione con la donna. Ascoltato dagli inquirenti in seguito al ritrovamento del cadavere, l'uomo ammise di essere stato all'interno dell'appartamento, ma negò di aver ucciso la vittima, supportato dal fatto che l'incendio si verificò quando lei era sola in casa.
Tuttavia, a mesi di distanza, dopo la misura cautelare per la morte della giovane ungherese, la Procura raccolse elementi sufficienti per sostenere che fosse stato proprio Concas a provocare l'incendio nell'abitazione della cinquantaseienne, usufruendo di un innesco che sarebbe scattato ore dopo la sua uscita dall'appartamento. L'indiziato avrebbe rubato trecento euro e il computer dell'ex avvocata, approfittando di un suo momento di debolezza, poiché la vittima aveva abusato di alcol e medicinali.[7][8]
Nell'ambito dell'inchiesta su Arietta Mata, Concas fu rinviato a giudizio in rito abbreviato.[7] Il 9 ottobre 2019 la Corte d'Assise di Modena aveva condannato l'imputato a 24 anni di reclusione per omicidio volontario e rapina.[9] La Procura aveva chiesto 26 anni.[10] Il 2 dicembre 2020 la Corte d'Appello di Bologna ridusse la pena a 20 anni.[11] Tale sentenza fu resa definitiva il 1º aprile 2022 dalla Corte di Cassazione.[12][13]
I giudici della Suprema Corte motivarono la decisione sostenendo che le ricostruzioni erano basate su plurime evidenze indiziarie, ritenute gravi e convergenti. Il movente fu individuato nell'intenzione dell'uomo di sottrarre denaro alla giovane vittima. L'imputato, caratterizzato dal bisogno di denaro, era affetto da ludopatia.[14]