San Stino. Il marito di Cinzia Luison al 112: "Venitemi ad arrestare". Spunta l'ipotesi della ludopatia.
"Sono qui, venitemi ad arrestare". Sono queste le parole che Giuseppe Pitteri, 65 anni, ha pronunciato al 112 subito dopo aver ucciso a bottigliate la moglie Cinzia Luison, 60 anni, nell'abitazione della coppia a San Stino di Livenza in provincia di Venezia.
"Quando i Carabinieri sono giunti sul posto, la donna giaceva a terra, in posizione supina, con il volto completamente sfigurato e piena di sangue, completamente vestita", riferisce in una nota la Procura. "L'uomo aveva i pantaloni con schizzi di sangue e schizzi si riscontravano anche sulle pareti", ha aggiunto, sottolineando che "il medico legale ha collocato il decesso fra le 13 e le 13.30: la causa della morte è stata ricondotta a un trauma cranico encefalico da azioni contundente protratta caratterizzata da estrema violenza".
La donna è stata sorpresa dal marito subito dopo essere rientrata a casa per la pausa pranzo, dal momento che gestiva il salone "Cinzia Parrucchieri" a Blessaglia di Pramaggiore. Prima ancora dell'arrivo dei soccorsi, stando a quanto ricostruito finora, una delle due figlie della coppia, nel rientrare nell'appartamento, ha trovato il cadavere della madre, a terra in una pozza di sangue. È quindi immediatamente uscita chiedendo aiuto ai vicini.
A quanto pare i rapporti tra marito e moglie erano "assai freddi" da tempo, ma non ci sono mai state denunce di maltrattamenti in precedenza, né vi sono mai state segnalazioni ai Servizi sociali. Tuttavia, l'uomo, come ha reso noto il procuratore di Pordenone, Raffaele Tito, in un comunicato, "era beneficiario di amministrazione di sostegno in dipendenza di una pessima gestione delle proprie risorse economiche". Sembra che l'uomo potesse essere affetto da ludopatia.