Salerno. No al rito abbreviato: Alfredo Erra rinviato a giudizio per l'omicidio di Anna Borsa.
Niente rito abbreviato. Dovrà affrontare il dibattimento davanti ai giudici della Corte d'Assise. Lo ha deciso il gup del Tribunale di Salerno, Giovanna Pacifico, decretando il rinvio a giudizio per Alfredo Erra. il 40enne di Pontecagnano Faiano che il 1º marzo scorso, tolse la vita alla sua ex compagna Anna Borsa.
L'udienza preliminare ha segnato anche la comparsa del Comune di Pontecagnano Faiano, che si è costituito parte civile (legale Agnese Astuti) accanto alla mamma di Anna, Fortuna Romano, al papà Ettore Borsa e al fratello Enzo, assistiti dagli avvocati Stefania Di Martino, Rosanna Carpentieri ed Ivan Nigro.
C'è anche Alessandro Caccavale (patrocinato dal difensore Maurizio De Feo), nuovo fidanzato della vittima, che pure fu colpito dai proiettili di Erra (all'imputato viene contestato anche il tentato omicidio). E poi ci sono i legali della Fondazione Polis della Regione Campania, quelli della "Mai Sola Onlus" e dell'associazione "Al posto tuo".
Il 23 novembre scorso agli atti finì una lettera a firma dell'imputato (nella quale è già apparsa chiara la strategia difensiva dell'assassino, tesa a confutare la premeditazione), che sosteneva di non aver sparato intenzionalmente ma di aver premuto il dito sul grilletto per sbaglio. dopo essere stato spintonato dal titolare del salone di bellezza (dove lavorava la vittima) e proprio da Caccavale.
Ricostruzione alla quale, naturalmente, non ha dato credito il pm titolare delle indagini, Marina Guglielmotti. Il primo dei capi d'imputazione, quello di omicidio, è aggravato non solo dagli atti persecutori, ma pure dalla premeditazione. A Erra viene contestato anche il tentato omicidio del nuovo partner di Anna, che, attratto dal trambusto nel coiffeur, quel 1º marzo fu colpito alle spalle da tre colpi di pistola, rimediando una lesione polmonare.
Preziosissime, ai fini delle indagini, le chat tra Anna e Alessandro: la ragazza aveva scritto al partner di non vivere più, di non farcela più e d'essere sempre infastidita da Erra, che l'avrebbe pure picchiata, minacciata con una pistola – due i colpi esplosi ai piedi dell'abitazione della giovane – dal suo aguzzino e che le avrebbe detto di volerle dare fuoco. (Carmine Landi)