Mantova. Omicidio Anna Turina. Zenatti al processo ribadisce la sua versione: "Non ho ucciso mia suocera".
Nuova udienza ieri, in Corte d'Assise a Mantova, del processo per l'omicidio della 73enne Anna Turina, morta dissanguata nella sua casa di Malavicina di Roverbella.
Tentato omicidio e omicidio volontario: sono due le accuse contestate dal pm Giulio Tamburini a Enrico Zenatti, il 55enne genero della donna. Il primo capo d'imputazione in quanto, secondo gli inquirenti, Zenatti sarebbe andato a casa della suocera, l'avrebbe colpita più volte alla testa con un'arma da taglio fino a procurarle una vistosa emorragia.
Convinto di averla ammazzata, avrebbe lasciato la casa. Ma la donna, secondo la ricostruzione, era invece riuscita a riprendersi al punto che poco più tardi sua figlia, moglie di Zenatti, aveva avvertito il marito che la madre stava malissimo. A quel punto l'uomo sarebbe tornato nella casa per finire il lavoro: l'avrebbe così sgozzata sempre con un'arma da taglio recidendole carotide e giugulare.
Zenatti, rispondendo alle domande del pm, ha ribadito di non essere stato lui ad uccidere l'anziana. L'uomo, così come confermano i filmati delle telecamere, lascia la casa della suocera dopo la visita nel primo pomeriggio alle 15,29. Un minuto più tardi qualcuno rientra nella casa ma il 55enne dichiara di non saperne niente.
Una circostanza contestata dal pm Giulio Tamburini. "Come può non aver visto chi entrava in casa della donna visto che si trovava davanti all'abitazione di questa?".