Palermo. Omicidio Piera Napoli. Le motivazioni dell'ergastolo a Salvatore Baglione: "Agì con crudeltà".
Non c'è alcun dubbio sul fatto che ad uccidere Piera Napoli, giovane cantante neomelodica, la mattina del 7 febbraio del 2021 a Palermo, sia stato il marito Salvatore Baglione che, peraltro, secondo i giudici sarebbe stato perfettamente lucido nello sferrare ben 40 coltellate a quella che era anche la madre dei suoi tre figli, usando un coltello per disossare la carne.
L'uomo - che è stato condannato all'ergastolo il 20 ottobre scorso - tuttavia non avrebbe agito né per futili motivi (la gelosia paventata dalla Procura) e neppure con premeditazione. Inoltre, i figli minorenni della coppia non avrebbero assistito al massacro della madre (come sostenuto sempre dall'accusa).
È quanto emerge dalle 59 pagine che compongono le motivazioni della sentenza, depositate nelle scorse settimane dalla prima sezione della Corte d'Assise, presieduta da Sergio Gulotta (a latere Monica Sammartino) che, contestualmente, ha deciso di non riconoscere le attenuanti generiche all'imputato (è vero che ha confessato il delitto, ma anche senza le sue dichiarazioni sarebbe stato comunque facile risalire a lui), mentre ha ravvisato le aggravanti della crudeltà, dell'aver agito su una persona in stato di minorata difesa (Piera Napoli era seduta in bagno quando il marito aveva scatenato su di lei "la furia omicida") e in particolare ai danni della coniuge.
I giudici, dunque hanno in parte accolto alcune delle tesi avanzate dalla difesa dell'imputato, rappresentata dall'avvocato Daniele Lo Piparo. Baglione è stato anche condannato a risarcire i parenti della vittima, che si sono costituiti parte civile con l'assistenza degli avvocati Massimiliano Ficarra, Francesca Legnazzi e Silvana Laura Terrasi. (di Sandra Figliuolo)