Aosta. Omicidio Elena Serban. Pena ridotta a Falloni. I motivi per cui è stato cancellato l'ergastolo.

Immagine della notizia (Immagine di Agnello su Wikimedia Commons — CC BY-SA 3.0)

Aosta. Omicidio Elena Serban. Pena ridotta a Falloni. I motivi per cui è stato cancellato l'ergastolo.

C'è "solamente il quadro di estrema, desolante solitudine che pare averne accompagnato, se non l'intera esistenza, quando meno la fase adulta" alla base della riduzione (con il riconoscimento delle attenuanti generiche) a 24 anni di reclusione della condanna all'ergastolo che era stata inflitta in primo grado a Gabriel Falloni, 37enne di Sorso (Sassari).

Così le motivazioni della prima sezione della Corte d'Appello di Torino. L'uomo, difeso dagli avvocati Marco Palmieri e Davide Meloni, è reo confesso dell'omicidio di Elena Raluca Serban, escort di origini romene uccisa a 32 anni, il 17 aprile 2021, nell'appartamento di Aosta che la donna aveva preso in affitto da un mese.

Il 1º febbraio scorso la Corte ha riconosciuto le attenuanti generiche in equivalenza rispetto alla circostanza aggravante della recidiva e di quella del nesso teleologico (l'omicidio era finalizzato a poter compiere una rapina), che è stato confermato.

Falloni aveva riferito di frequentare da tempo la vittima, dopo aver trovato il suo numero su un sito di annunci di escort. Anche la sera dell'omicidio aveva preso appuntamento: dopo essere stata strangolata, sgozzata con tre coltellate, era stata rapinata di oltre 8.000 euro. Era poi fuggito in taxi, fino a Genova, e quindi arrestato il 21 aprile 2021 al suo rientro a Nus (Aosta), dove abitava.

L'uomo aveva confessato l'omicidio dopo l'arresto, spiegandolo come una reazione a uno sfottò per una disfunzione sessuale. Ma secondo i giudici, anche di secondo grado, il delitto è stato commesso a scopo di rapina – si era presentato a "volto coperto" alla porta del condominio e aveva aperto la porta con l'avambraccio anziché con la mano per "non lasciare traccia" – e con il bottino aveva anche pagato alcuni debiti.

La madre e la sorella della vittima, entrambe di Lucca, si erano costituite parti civili con gli avvocati Maurizio Campo e Corinne Margueret. L'inchiesta dei pm Luca Ceccanti e Manlio D'Ambrosi era stata condotta dalla squadra mobile di Aosta.

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