Rimini. Omicidio Noelia Rodriguez all'Ina Casa. Maximo Aldana De La Cruz rinviato a giudizio.

Immagine della notizia (Immagine di Sailko su Wikimedia Commons — CC BY-SA 3.0)

Rimini. Omicidio Noelia Rodriguez all'Ina Casa. Maximo Aldana De La Cruz rinviato a giudizio.

Rinviato a giudizio, dovrà affrontare la Corte d'Assise il prossimo 16 ottobre Maximo Aldana De La Cruz, il 55enne difeso dall'avvocato Paolo Benfenati e reo confesso per l'omicidio della peruviana 46enne Noelia Rodriguez uccisa con 21 coltellate in un appartamento dell'Ina Casa a Rimini il 19 maggio dello scorso anno.

L'indagine è stata condotta dai pubblici ministeri Davide Ercolani e Stefano Celli che hanno ricostruito il quadro indiziario che portò al femminicidio di via Dario Campana. L'assassino era arrivato a Rimini con un anello, con la speranza di riallacciare la relazione, ma al rifiuto di lei si era trasformato in una furia e, non accettando il fatto che l'amore tra loro era finito definitivamente, l'aveva uccisa selvaggiamente.

La relazione tra Maximo Aldana De La Cruz e Noelia Rodriguez era iniziata in Perù ma, fin da subito, era emerso il carattere violento dell'uomo che nel 2016 aveva preso a bastonate la compagna. Un comportamento che aveva portato a una prima rottura ma, dopo diversi mesi, i due si erano riavvicinati anche se la situazione non era certo migliorata con l'uomo che aveva dimostrato un carattere geloso e possessivo tanto da tenere costantemente sotto controllo la vittima.

La donna, quindi, nel 2021 aveva deciso di troncare definitivamente la relazione e di venire in Italia sperando così di mettere la parola fine a quel rapporto. Il 55enne era così sbarcato a Milano e, una volta nel nostro Paese, aveva continuato la serie di telefonate alternando le richieste di riallacciare il rapporto alle minacce di rivelare alla Polizia il suo stato di clandestinità e di sottrarle il passaporto per poi consegnarlo alle forze dell'ordine.

Dopo aver compiuto il delitto, De La Cruz in lacrime aveva confessato le proprie responsabilità dinanzi agli agenti che lo avevano fermato, giustificando però il porto del coltello sostenendo di averlo con sé in quanto lo utilizzava per mangiare durante il suo viaggio verso la Riviera. Il 55enne, poi, si era detto pentito per l'omicidio aggiungendo di aver perso la testa e di aver agito d'impulso al rifiuto della sua ex compagna di accettare l'anello con il quale voleva sposarla. (di Tommaso Torri)

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