Samarate. Omicidio Giulia e Stefania Pivetta. Alessandro Maja: "Chiedo perdono per qualcosa di imperdonabile".

Immagine della notizia (Immagine di Ale5875 su Wikimedia Commons — CC BY-SA 3.0)

Samarate. Omicidio Giulia e Stefania Pivetta. Alessandro Maja: "Chiedo perdono per qualcosa di imperdonabile".

Questa mattina, venerdì 19 maggio, Alessandro Maja si è presentato in aula nel processo per il duplice omicidio di Samarate (Varese). Il 4 maggio dell'anno scorso l'uomo aggredì i componenti della sua famiglia, uccidendo la moglie Stefania Pivetta e la figlia Giulia, mentre l'altro figlio Nicolò rimase gravemente ferito.

Ascoltato dai giudici, l'imputato ha raccontato di sentirsi ignorato dalla moglie e non sopportava le sue velleità di realizzazione imprenditoriale. Al contempo il figlio Nicolò non si impegnava mentre ha avuto parole dolci per Giulia. Maja, considerato capace di intendere e volere dal perito Marco Lagazzi, ha elencato anche le sue preoccupazioni economiche nonostante avesse un conto personale e proprietà immobiliari che molte famiglie invidierebbero.

"Ho commesso qualcosa di imperdonabile, ma chiedo perdono. So che non si può tornare indietro. Mi sono fatto una ragione, non penso al suicidio e non so come scusarmi. Mi rivolgo anche a Giulio, Ines e Mirko - suoceri e cognato, ndr - che ringrazio per il supporto a Nicolò. Traggano le loro conclusioni e prendano le scelte che ritengono più opportune. A Nicolò dico che mi hai conosciuto come padre e ti sono piaciuto. ora non lo so. Un pensiero alla mia Giulia", ha detto l'uomo nelle dichiarazioni spontanee.

Maja ha riservato parole più dure, invece, nei confronti della moglie Stefania, della quale ha raccontato episodi che lo infastidivano, anche risalenti nel tempo, e che avevano logorato il rapporto: "Ero diventato invisibile per lei.. Proseguiva nella sua idea imprenditoriale di vendita di prodotti per il benessere che io non condividevo, per un certo periodo ha insistito nel voler acquistare un attico da rimettere a nuovo che per noi costava troppo".

Anche di Nicolò non aveva una buona opinione per via del rendimento scolastico anche se, proprio in quei giorni, si era riscattato ottenendo il brevetto di pilota che, ha riferito il padre, "mi costò 23 mila euro". (di Orlando Mastrillo su Varese News)

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