Cagliari. Omicidio Daniela Cadeddu. La difesa di Giorgio Meneghel: "Possibile vizio parziale di mente".
Quella drammatica mattina del 5 febbraio dello scorso anno a Zeddiani (Oristano), Giorgio Meneghel, che uccise a martellate la moglie Daniela Cadeddu, mentre dormiva, era in sé?
Su questa domanda ruoterà il processo che si è aperto ieri davanti ai giudici della Corte di Assise di Cagliari: una vicenda ancora oggi ricordata con grande dolore. Giorgio Meneghel dopo aver ucciso la moglie chiamò i Carabinieri e confessò il delitto.
Secondo le conclusioni del perito che ha esaminato Meneghel nel corso dell'incidente probatorio, riferite in aula dal pubblico ministero Sara Ghiani, l'uomo era capace di intendere e di volere. Differenti però sono le conclusioni del perito della difesa, illustrate dal legale di fiducia, l'avvocato Francesca Accardi: Giorgio Meneghel non era proprio in sè, ma in lui ci sarebbe stato un possibile vizio parziale di mente.
Meneghel deve rispondere di omicidio volontario aggravato e rischia l'ergastolo. Durante la prossima udienza, saranno ascoltati proprio i professionisti che hanno redatto le perizie sull'imputato: oltre a quello nominato in sede di incidente probatorio, l'altro del Collegio della difesa e un terzo per la parte civile.
I giudici potrebbero valutare, però, la nomina di un quarto perito che li supporti in questa fase dibattimentale.