Macerata. Pamela Mastropietro. "Uccisa dopo essere stata violentata con un rapporto non protetto".

Immagine della notizia (Immagine di Abraham Sobkowski su Wikimedia Commons — CC BY 3.0)

Macerata. Pamela Mastropietro. "Uccisa dopo essere stata violentata con un rapporto non protetto".

Dopo aver subito la violenza, un rapporto sessuale non protetto, e con il "progressivo scemare" degli effetti della droga, Pamela Mastropietro ha gradualmente ripreso coscienza e non ha "esitato a ribadire il proprio aperto dissenso a siffatte modalità dell'atto sessuale", avvenuto senza l'uso di protezione, "incorrendo però nell'abnorme reazione di Oseghale" che non ha "esitato ad ucciderla".

È quanto ricostruisce la Corte d'Appello di Perugia nelle motivazioni della sentenza di appello bis, relativa alla sola aggravante di violenza sessuale, che ha confermato la condanna all'ergastolo per Innocent Oseghale accusato di aver violentato, ucciso e fatto a pezzi, il 30 gennaio 2018 a Macerata, la 18enne romana Pamela Mastropietro.

Secondo la ricostruzione contenuta nelle motivazioni, la ragazza, man mano che è finito l'effetto della droga ed è tornata in sé "non poteva non essersi resa conto" del rapporto con "modalità non protette".

E da ciò era insorto "un acceso contrasto fra i due": Pamela, secondo la Corte, ha trasformato "la sua legittima rabbia - per essere stata abusata senza alcuna protezione approfittando della sua minorata e poi nulla capacità di difesa - in aperta e veemente contestazione nei confronti di Oseghale; palesandogli la gravissima offesa subita e- al contempo- l'intenzione di non lasciar 'cadere lì' quella turpe azione".

Oseghale, secondo quanto ricostruito dalla Corte, "di fronte ad una così inaspettata reazione della ragazza" ha "deciso di risolvere il problema aggredendola fisicamente con le due coltellate sino portare a termine l'azione omicidiaria mediante le modalità e le forme già incontrovertibilmente accertate; dedicandosi poi, con fredda lucidità, a cercare di far scomparire totalmente le tracce biologiche che avrebbero potuto ricondurre alla sua persona".

"Non condividiamo le motivazioni e proporremo ricorso in Cassazione convinti dell'estraneità dell'imputato rispetto all'ipotesi della violenza sessuale". Così l'avvocato Simone Matraxia, legale insieme a Umberto Gramenzi di Innocent Oseghale, commenta all'Adnkronos le motivazioni della sentenza di appello bis, relativa alla sola aggravante di violenza sessuale, che ha confermato la condanna all'ergastolo per il nigeriano accusato di aver violentato, ucciso e fatto a pezzi la 18enne romana Pamela Mastropietro.

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