Il femminicidio di Pamela Mastropietro a Macerata

Vittima:
Pamela Mastropietro
Killer:
Innocent Oseghale
Località:
Macerata
Ritrovamento:
Pollenza
Data:
31 gennaio 2018
La Chiesa parrocchiale di Ognissanti a Roma, città di origine di Pamela Mastropietro, dove sono stati celebrati i funerali della vittima

La Chiesa parrocchiale di Ognissanti a Roma, città di origine di Pamela Mastropietro, dove sono stati celebrati i funerali della vittima

Voce su Pamela Mastropietro

La stazione di Macerata dove Pamela Mastropietro ha cercato di prendere un treno per Roma la sera del 29 gennaio 2018 e la mattina seguente

La stazione di Macerata dove Pamela Mastropietro ha cercato di prendere un treno per Roma la sera del 29 gennaio 2018 e la mattina seguente

Pamela Mastropietro, 18 anni, era una ragazza ospite del centro Onlus PARS (Prevenzione, Assistenza e Reinserimento Sociale) Pio Carosi di Corridonia in provincia di Macerata.‍‍[1] La giovane si era allontanata volontariamente dalla struttura il pomeriggio del 29 gennaio 2019 con un trolley di colore rosso e blu, non portando con sé documenti personali, né il telefono cellulare.‍‍[2]

Il suo cadavere fatto a pezzi era stato trovato la mattina di due giorni dopo, 31 gennaio, in due trolley (uno di colore rosso e blu appartenente alla vittima, un altro beige) nelle campagne di Pollenza, al lato della strada di via dell'Industria che conduceva alla frazione di Casette Verdini.‍‍[3] La diciottenne, originaria di Roma, entrò a far parte della comunità di recupero dall'ottobre del 2017. Era affetta da disturbi della personalità, aveva cominciato a consumare alcol all'età di 12 anni e avrebbe avuto la prima esperienza con la droga a 14 anni. Problematiche che successivamente avevano richiesto il trasferimento nel centro Onlus specializzato.‍‍[1]

Le indagini coordinate dalla Procura di Macerata ricostruirono parte delle vicende legate alla ragazza dal momento del suo allontanamento dal Pars fino agli ultimi istanti di vita. Dopo aver lasciato la struttura, Pamela sarebbe salita sull'auto di una donna per farsi accompagnare in un altro punto di Corridonia distante dal centro che la ospitava.‍‍[4] Rimasta a piedi lungo la strada, la ragazza aveva fatto l'autostop per cercare un ulteriore passaggio. Lì incontrò un uomo di Mogliano (Macerata) con cui avrebbe avuto un rapporto sessuale in cambio di soldi. Successivamente la diciottenne si era fatta accompagnare alla stazione di Piediripa, dalla quale raggiunse Macerata.

Alla stazione di Macerata aveva incontrato un tassista di origini argentine. Probabilmente, non essendoci treni diretti a Roma, la ragazza si fece convincere dall'uomo a passare la serata a casa con lui dove avrebbe cenato e avuto un altro rapporto sessuale.‍‍[5] La mattina seguente la diciottenne venne filmata dalle telecamere di videosorveglianza mentre entrava nella farmacia di via Spalato a Macerata, portandosi dietro il suo trolley, per comprare una siringa. All'uscita fu avvistata insieme a un ventinovenne di origini nigeriane di nome Innocent Oseghale, spacciatore della zona. Lui e la ragazza si recarono nell'abitazione dove viveva il pusher, situata nella stessa via Spalato, a pochi passi dalla farmacia.‍‍[6]

Nei giorni seguenti l'uomo venne arrestato. Gli investigatori avevano trovato nel suo appartamento alcuni quantitativi di droga, i vestiti della ragazza, lo scontrino dell'acquisto alla farmacia, una mannaia e un coltello. Gli indumenti erano sporchi di sangue mentre sulla mannaia, sul coltello, sul pavimento e sul balcone furono rinvenute tracce ematiche della vittima.‍‍[7] Pamela era stata fatta a pezzi in quella casa tra la tarda mattinata e il primo pomeriggio del 30 gennaio.

In serata il nigeriano, dopo aver stipato i resti del corpo in due valige, aveva telefonato a un amico tassista camerunese per allontanarsi da Macerata e sbarazzarsi del contenuto. I due trolley, di cui uno appartenente a Pamela, furono quindi abbandonati nelle campagne di Pollenza. Oseghale fu poi riaccompagnato dall'amico alla sua abitazione di Macerata.

Panorama dall'alto di Pollenza in provincia di Macerata

Panorama dall'alto di Pollenza in provincia di Macerata (di Leonardo Piana, licenza CC BY-SA 4.0)

Tuttavia il tassista camerunese, insospettito e ignaro di cosa ci fosse all'interno delle valige, ritornò a Pollenza per controllarne il contenuto. Inorridito dalla scoperta dei resti di un cadavere fatto a pezzi, scappò e abbandonò il posto. Il giorno seguente fu lui stesso a raccontare agli inquirenti di quel viaggio dell'orrore dopo essersi spontaneamente presentato in questura. Non essendo a conoscenza delle intenzioni dello spacciatore nigeriano, fu considerato estraneo al delitto.‍‍[8]

Innocent Oseghale aveva una compagna italiana dalla cui relazione erano nati due figli. Lui però occupava da solo l'appartamento di via Spalato dove si consumò l'omicidio.‍‍[9] L'uomo giunse in Italia nel 2014 come richiedente asilo,‍‍[10] ma il suo permesso di soggiorno era scaduto.‍‍[11] Il pusher, già noto alle forze dell'ordine, nel 2017 era stato arrestato per spaccio di droga nell'ambito della cessione di sostanze stupefacenti a un minorenne nei giardini Diaz di Macerata, luogo dove era solito svolgere la propria attività illecita.‍‍[10]

In seguito al provvedimento di fermo disposto per la morte di Pamela Mastropietro, il nigeriano rilasciò diverse dichiarazioni in contrasto fra loro, pur affermando ripetutamente di non aver mai ucciso la ragazza. Nei suoi confronti furono contestati i reati di omicidio volontario, vilipendio e occultamento di cadavere. In una sua prima versione dei fatti, aveva confermato l'incontro con la diciottenne, ma addossò la responsabilità del delitto a due suoi connazionali spacciatori: Desmond Lucky, 22 anni, e Lucky Awelima, 27 anni, entrambi arrestati il 10 febbraio 2018.‍‍[12]

Secondo quanto raccontato dal ventinovenne, Pamela si avvicinò a lui la mattina del 30 gennaio ai giardini Diaz per chiedergli dell'eroina, sostanza che l'uomo non poteva fornirle perché non ne era in possesso. Innocent chiamò dunque i suoi conoscenti Desmond e Awelima per aiutare la ragazza a ottenere ciò che voleva. I quattro si radunarono e insieme si recarono nell'appartamento di via Spalato dove la giovane si sarebbe iniettata la dose di eroina. Ma poco dopo qualcosa sarebbe andato storto e la diciottenne perse conoscenza cadendo a terra.

Desmond e Awelima si sarebbero presi cura di lei facendola stendere sul letto, mentre Oseghale sarebbe uscito dall'appartamento per andare a compiere il suo giro di spaccio di droga. Più tardi, al suo rientro, scoprì che Desmond e Awelima avevano ucciso la ragazza, facendola a pezzi e nascondendo i suoi resti in due valige.‍‍[13] Resti che lui stesso aveva poi abbandonato in serata nelle campagne di Pollenza.

Tali dichiarazioni tuttavia non ottennero sufficienti riscontri, infatti non furono trovate tracce dei due pusher sul corpo di Pamela, né all'interno dell'abitazione di via Spalato.‍‍[14] Così nel mese di giugno la posizione di Desmond Lucky e Lucky Awelima, nell'ambito delle indagini sull'omicidio della giovane, fu stralciata. Ambedue rimasero comunque in carcere con l'accusa di spaccio di droga. Nell'ottobre del 2018 vennero condannati a 6 anni (Desmond) e 8 anni (Awelima) di reclusione.‍‍[15] Nell'aprile del 2019 la sentenza della Corte d'Appello modificò la pena a entrambi, riducendola a 4 anni e 8 mesi.‍‍[16] Nell'ottobre dello stesso anno le accuse di omicidio nei loro confronti furono definitivamente archiviate.‍‍[17]

Nelle settimane successive alla scoperta del delitto, l'attività investigativa si focalizzò anche sugli esami dei resti della ragazza e sulla ricerca di tracce che potessero chiarire la drammatica vicenda. Gli accertamenti autoptici esclusero il decesso per overdose. Pamela aveva assunto eroina, ma fu rilevata una ferita da taglio non attribuibile alla fase di smembramento del corpo (operazione svolta in seguito alla morte). La diciottenne aveva ricevuto due o più fendenti al fegato quando era ancora in vita, elemento che confermava l'ipotesi di omicidio. Fu inoltre osservata un'altra ferita alla testa, anche questa formatasi mentre era ancora viva, che lascerebbe presupporre che la vittima fosse stata picchiata prima di esalare l'ultimo respiro.‍‍[18]

Ulteriori accertamenti permisero di scoprire che la ragazza ebbe un rapporto sessuale poco prima di morire, tuttavia Oseghale durante gli interrogatori aveva smentito qualsiasi coinvolgimento in atti sessuali.‍‍[19] Gli esperti precisarono che chi aveva sezionato il corpo non lo aveva fatto a caso, ma si adoperò in maniera professionale e scientifica, con precisione chirurgica. Dopo essere stata squartata, i resti del corpo furono lavati con la candeggina prima di essere successivamente stipati nei due trolley.‍‍[18]

Uno scorcio panoramico dall'alto della città di Macerata

Uno scorcio panoramico dall'alto della città di Macerata (di Abraham Sobkowski, licenza CC BY-SA 4.0)

Al termine delle indagini, nel mese di giugno del 2018, per la Procura di Macerata Innocent Oseghale fu considerato l'unico responsabile dell'omicidio di Pamela Mastropietro. Secondo l'accusa, il nigeriano dopo averla aiutata a ottenere la droga richiesta, l'avrebbe picchiata e violentata sessualmente per poi ucciderla e farla a pezzi nel tentativo di occultarne il cadavere. Dunque, oltre alle accuse già formulate, gli inquirenti avevano contestato anche la violenza sessuale.

Nei mesi seguenti, durante la detenzione in carcere, il ventinovenne modificò la sua versione dei fatti e confermò sia di aver avuto un rapporto sessuale con la ragazza (a suo dire, consenzientemente), sia di averne fatto a pezzi il corpo. L'uomo rimase tuttavia fermo nel ribadire di non averla uccisa, ipotizzando che la morte fosse avvenuta per overdose.‍‍[20] In seguito a questa nuova ricostruzione, i suoi legali avevano presentato ad agosto una perizia in cui si smentiva l'esito dalle indagini della Procura e si sosteneva il decesso per overdose. Nello specifico, le ferite all'altezza del fegato sarebbero state inflitte durante l'operazione di smembramento, non quando la vittima era ancora viva.‍‍[21] Nonostante ciò, tale tesi fu rigettata nel corso del processo.‍‍[22]

Nel mese di febbraio del 2019 iniziò il processo a carico di Innocent Oseghale, svolto dinanzi alla Corte d'Appello di Macerata. Nell'udienza in tribunale svolta il 3 aprile 2019, davanti ai parenti di Pamela, l'imputato aveva rilasciato una lunga dichiarazione in cui, sostanzialmente, ribadì la propria versione dei fatti. L'uomo la mattina del 30 gennaio 2018 sarebbe stato avvicinato dalla ragazza in cerca di eroina. Lui non la possedeva e lei gli avrebbe offerto una prestazione sessuale per farsi aiutare a ottenerla. Così i due avevano consumato un rapporto sessuale al parco di Fontescodella. In seguito Oseghale aveva fatto incontrare Pamela con Desmond Lucky che le avrebbe fornito l'eroina per 30 euro. Poi il nigeriano e la giovane si erano recati all'appartamento di via Spalato, dove lei si era iniettata la dose.

Lì la diciottenne si sarebbe stesa sul letto per riposarsi, ma successivamente Oseghale si accorse che era svenuta e che le usciva del liquido dalla bocca. Pamela, pur non essendo completamente cosciente, respirava e si muoveva. Dunque lo spacciatore, invece di chiamare i soccorsi, pensò di lasciarla a casa a riposare e uscì per fare un altro giro di spaccio. Una volta tornato all'appartamento, il ventinovenne notò che la ragazza era fredda e non respirava più: aveva perso la vita. Disperato per la situazione in cui si ritrovò, decise di sbarazzarsi del corpo.‍‍[23]

L'8 maggio la Procura di Macerata continuò a ignorare la versione dell'imputato e chiese l'ergastolo per i reati a lui contestati.‍‍[24] Il 29 maggio 2019 la Corte d'Asside di Macerata lo aveva condannato all'ergastolo con 18 mesi di isolamento diurno per omicidio volontario, violenza sessuale, vilipendio, distruzione e occultamento di cadavere.‍‍[25] Il 16 ottobre 2020 la Corte d'Appello di Ancona confermò la sentenza di primo grado.‍‍[26]‍‍[27]

Nelle motivazioni del verdetto, i giudici della Corte d'Appello sottolinearono che il movente dell'omicidio era legato allo stupro, evidenziando nella condotta dell'imputato la volontà di porre fine alla vita di colei che, con una denuncia per violenza sessuale, avrebbe determinato la caduta di tutti i suoi privilegi sino ad allora goduti, tra cui il sostegno delle associazioni per l'aiuto degli immigrati, i guadagni derivanti dall'attività di spaccio di droga e la relazione con una cittadina italiana. Ovvero qualsiasi circostanza che assicurava al nigeriano una stabilità sul territorio nazionale.‍‍[28]

Il 23 febbraio 2022 la Corte di Cassazione accolse parzialmente il ricorso della difesa, disponendo un nuovo processo d'Appello a Perugia per la sola rivalutazione dell'aggravante relativa alla violenza sessuale. Su tutti gli altri capi d'imputazione, invece, fu dichiarata in modo definitivo la responsabilità di Oseghale.‍[29][30] Il 22 febbraio 2023 la Corte d'Appello di Perugia confermò l'aggravante della violenza sessuale.‍[31]

Secondo le motivazioni dei giudici perugini, la giovane sarebbe stata consapevole della "prospettiva di doversi intrattenere sessualmente" con lo spacciatore nigeriano in cambio della procurata disponibilità dello stupefacente, ma era serena perché aveva ancora con sé due profilattici che le assicuravano la "tranquilla prospettiva di consumare un rapporto sessuale protetto".

La Chiesa parrocchiale di Ognissanti a Roma, città di origine di Pamela Mastropietro, dove sono stati celebrati i funerali della vittima

La Chiesa parrocchiale di Ognissanti a Roma, città di origine di Pamela Mastropietro, dove sono stati celebrati i funerali della vittima

Oseghale però, dopo aver accompagnato la ragazza nella propria abitazione ed aver atteso che lei assumesse la droga, aveva preteso di consumare un rapporto senza protezione. Pamela in un primo momento si era ribellata, tentando di resistere con forza alle insistenze del ventinovenne. Per questo motivo il nigeriano aveva cominciato a percuoterla ed aggredirla. Poi con il passare dei minuti la giovane non poté più opporsi perché iniziarono a manifestarsi in lei gli effetti dello stupefacente appena assunto.

Fu così che Oseghale, secondo le motivazioni della sentenza d'Appello bis, l'aveva violentata mentre lei non era cosciente. In seguito, quando la diciottenne ritornò lucida, si rese conto dello stupro e trasformò la sua "legittima rabbia in aperta e veemente contestazione" nei confronti dello spacciatore, palesandogli l'intenzione di "non lasciar cadere lì" la violenza appena subita. Di fronte ad una così inaspettata reazione della ragazza, Oseghale decise di risolvere il problema aggredendola fisicamente, fino a toglierle la vita. Dopodiché, con fredda lucidità, si dedicò a cercare di far scomparire totalmente le tracce biologiche che avrebbero potuto ricondurre alla sua persona.‍[32]

Il 23 gennaio 2024 la sentenza fu resa definitiva dalla seconda pronuncia della Corte di Cassazione che dichiarò inammissibile il ricorso della difesa.‍[33][34]

Note

  1. a b I giorni difficili di Pamela Mastropietro, prima del suo omicidio. AGI · Archiviato dall'originale.
  2. Prende la valigia e scompare nel nulla, apprensione per una 18enne. L'Indiscreto · Archiviato dall'originale.
  3. Cadavere di donna a pezzi in valigie: è di Pamela, la 18enne scomparsa. L'Indiscreto · Archiviato dall'originale.
  4. Pamela, un anno dopo. Il delitto e le indagini: la ricostruzione. Cronache Maceratesi · Archiviato dall'originale.
  5. Pamela Mastropietro, ci sono altri due indagati. "Abusarono di lei durante la sua fuga". il Resto del Carlino · Archiviato dall'originale.
  6. Diciottenne fatta a pezzi, fermato lo spacciatore nigeriano: "Aveva i vestiti della vittima sporchi di sangue". Il Tempo · Archiviato dall'originale.
  7. Cadavere nelle valigie, sequestrata una mannaia insanguinata nella casa del nigeriano. il Resto del Carlino · Archiviato dall'originale.
  8. Il racconto del tassista che ha visto le valigie con resti di Pamela. AGI · Archiviato dall'originale.
  9. Macerata, compagna di Oseghale tenta il suicidio tagliandosi la gola. IlGiornale.it · Archiviato dall'originale.
  10. a b Omicidio di Pamela Mastropietro, Innocent Oseghale: dal corso per pizzaiolo allo spaccio. il Resto del Carlino · Archiviato dall'originale.
  11. Pamela, il nigeriano aveva il permesso di soggiorno scaduto. C'è un testimone. Secolo d'Italia · Archiviato dall'originale.
  12. Omicidio di Pamela, fermati altri due nigeriani. il Resto del Carlino · Archiviato dall'originale.
  13. Omicidio di Pamela Mastropietro, Oseghale cambia versione. "L'ho lasciata viva". il Resto del Carlino · Archiviato dall'originale.
  14. Omicidio di Pamela Mastropietro, scagionati Awelima e Desmond. il Resto del Carlino · Archiviato dall'originale.
  15. Awelima e Lucky condannati per spaccio. ANSA · Archiviato dall'originale.
  16. Pamela: Awelima e Lucky, pene ridotte in appello per lo spaccio. Affaritaliani.it · Archiviato dall'originale.
  17. Pamela Mastropietro, per Desmond e Lucky archiviate le accuse di omicidio. il Resto del Carlino · Archiviato dall'originale.
  18. a b Pamela Mastropietro, il medico legale. "Uccisa da due coltellate al fegato". il Resto del Carlino · Archiviato dall'originale.
  19. Pamela violentata da Oseghale, Ris: "Rapporto completo tra i due". Blasting News Italia · Archiviato dall'originale.
  20. Pamela, Oshegale confessa: "L'ho fatta a pezzi, ma è morta per overdose". Il Messaggero · Archiviato dall'originale.
  21. Omicidio di Pamela Mastropietro, la difesa di Oseghale rilancia. "Morta di overdose". il Resto del Carlino · Archiviato dall'originale.
  22. Caso Pamela, nuova perizia non si farà. Adnkronos · Archiviato dall'originale.
  23. Pamela Mastropietro, Oseghale parla in aula: "L'ho aiutata a trovare eroina ma non l'ho uccisa". la Repubblica · Archiviato dall'originale.
  24. Pamela Mastropietro, i pm: "Ergastolo per Oseghale, l'ha uccisa lui". il Resto del Carlino · Archiviato dall'originale.
  25. Innocent Oseghale condannato all'ergastolo per l'omicidio di Pamela Mastropietro. la Repubblica · Archiviato dall'originale.
  26. Pamela: confermato ergastolo a Oseghale. ANSA · Archiviato dall'originale.
  27. Confermato l'ergastolo a Oseghale per l'omicidio di Pamela Mastropietro. Il nigeriano: "Non l'ho uccisa io". la Repubblica · Archiviato dall'originale.
  28. L'omicidio di Pamela. I giudici: "Il movente di Oseghale è lo stupro. C'è chi doveva prendere i trolley?". Corriere Adriatico · Archiviato dall'originale.
  29. Omicidio Pamela Mastropietro, Cassazione: appello bis, ma solo sulla violenza sessuale. il Resto del Carlino · Archiviato dall'originale.
  30. Pamela Mastropietro, la Cassazione conferma: l'assassino è Oseghale. Ma dispone un nuovo appello per la violenza sessuale. Il Fatto Quotidiano · Archiviato dall'originale.
  31. Caso Pamela, confermato ergastolo per Oseghale. Adnkronos · Archiviato dall'originale.
  32. Omicidio Pamela, "ha reagito a rapporto non protetto e Oseghale l'ha uccisa". Adnkronos · Archiviato dall'originale.
  33. Omicidio di Pamela Mastropietro, la Cassazione conferma l'ergastolo per Oseghale. AGI · Archiviato dall'originale.
  34. Pamela Mastropietro, definitivo l'ergastolo per Innocent Oseghale per omicidio e violenza sessuale. Il Fatto Quotidiano · Archiviato dall'originale.

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