Crema. Omicidio Sabrina Beccalli. Le motivazioni: "Troppe contraddizioni. L'ha uccisa Pasini".

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Crema. Omicidio Sabrina Beccalli. Le motivazioni: "Troppe contraddizioni. L'ha uccisa Pasini".

È stata pubblicata la sentenza che ha condannato Alessando Pasini a 18 anni e otto mesi di reclusione per la morte di Sabrina Beccalli.

I giudici della Corte d'Appello di Brescia hanno scritto le motivazioni per le quali il cremasco è stato condannare, riformando la sentenza di assoluzione di primo grado ottenuta dall'imputato al tribunale di Cremona. Il testo di 59 pagine si apre con una disanima di quanto deciso nel precedente grado di giudizio, con l'assoluzione di Pasini dall'accusa di omicidio, liberandolo dalla prigione nella quale era detenuto da più di un anno.

Secondo i giudici di Brescia proprio la spontanea confessione di Pasini, che dà una versione di quanto successo quella notte, è sospetta, perché in essa ci sono le motivazione del delitto. Pasini si accorse che Sabrina Beccalli si era sentita male, dunque i giudici si chiedono: "Perché non l'ha portata al pronto soccorso, dove avrebbe facilmente potuto dimostrare la sua estraneità al malore fatale. Invece lui pensa di disfarsi del corpo, bruciandolo, così eliminerà le tracce".

Proprio nella ricostruzione del Pasini i giudici hanno trovato importanti contraddizioni: lui dice che la cocaina era stata portata da Sabrina, ma se lei avesse avuto lo stupefacente, perché chiamare insistentemente Pasini quando avrebbe potuto consumarlo da sola? L'uomo afferma che quando si è accorto che la donna non era nel letto, aveva toccato la parte dove Sabrina si era sdraiata, ritraendola intrisa di sangue, ma di quel sangue sul letto non c'è traccia. Pasini afferma di aver trovato Sabrina riversa in bagno e che nella vasca c'era molto sangue, ma anche lì di quel sangue non c'era traccia.

La conclusione della sentenza: "l'evento mortale è stato cagionato proprio da una condotta violenta da nessun altro agita se non da Pasini, i cui effetti di sono poi riscontrati sul cranio della vittima". La constatazione che non si possano indicare con maggior precisione la dinamica e il mezzo usato deriva "dallo stato in cui è stato ridotto, proprio da Pasini, il cadavere, oltre che dall'inescusabile errore che portò alla dispersione, nella loro gran parte, dei resti carbonizzati: il corpo di Sabrina Beccali scambiato per la carcassa carbonizzata di un cane e finito in discarica".

L'uomo comunque non è entrato in carcere perché i suoi avvocati hanno proposto il ricorso in Cassazione.

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