Monteveglio. Omicidio Chiara Gualzetti. Nessuno sconto al killer condannato a 16 anni: "Non si è pentito".
Non ha mai mostrato pentimento, non solo nei confronti della vittima, alla quale ha riservato «parole spregevoli prima e dopo il fatto» ma anche dei genitori di lei, non riuscendo, anche a distanza di tempo, ad attribuirsi la piena responsabilità.
Per questo, il ragazzino che uccise Chiara Gualzetti non ha diritto a nessuno sconto di pena e deve espiare la sua condanna a 16 anni e quattro mesi di carcere.
Così la sezione minorenni della Corte d'Appello ha motivato la sentenza che tre mesi fa ha confermato il verdetto di primo grado emesso dal Tribunale per i minorenni nei confronti del sedicenne, oggi divenuto maggiorenne, che due anni fa massacrò a coltellate e calci l'amica 15enne.
Il giovane, dopo aver ucciso la vittima nel giugno del 2021, abbandonò il cadavere ai margini del bosco dell'abbazia di Monteveglio. Quando fu messo alle strette dagli inquirenti, sostenne di sentire la voce di un "demone" che gli diceva cosa fare e gli aveva ordinato di uccidere.
Una versione che ha continuato a reiterare in questi ultimi due anni. Per i giudici si tratta di «un tentativo di deresponsabilizzazione con modalità ed escamotage che gli hanno permesso di distaccarsi dal fatto reato».
Solo due giorni fa si sono tenuti i funerali della mamma di Chiara, Giusy Fortunato, che si era ammalata di cancro dopo l'assassinio della figlia, senza però mai perdere la voglia di combattere per avere giustizia insieme al marito Vincenzo Gualzetti, rimasto adesso da solo.
Nel giorno dei funerali della moglie, il papà di Chiara ha ricevuto una telefonata da Papa Francesco e una lettera dal cardinale Matteo Maria Zuppi.