Avetrana. 13 anni fa l'omicidio di Sarah Scazzi. Il sindaco: "La nostra comunità non ha dimenticato".

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Avetrana. 13 anni fa l'omicidio di Sarah Scazzi. Il sindaco: "La nostra comunità non ha dimenticato".

Non si è ancora rimarginata, per la comunità di Avetrana, in provincia di Taranto, la profonda ferita provocata dall'omicidio di Sarah Scazzi. Sono passati 13 anni da quando la ragazza, allora 15enne, fu uccisa il 26 agosto del 2010 dalla zia e dalla cugina, che per tempo scaricarono la colpa dell'accaduto sullo zio, Michele Misseri.

Nel pomeriggio, poco dopo le 17.00, la mamma di Sarah, Concetta Serrano Spagnolo, si presentò negli uffici della stazione dei Carabinieri per denunciare la scomparsa della figlia. Disse che era uscita attorno alle 14.30 per recarsi, a piedi, a casa della cugina Sabrina Misseri, con la quale avrebbe dovuto andare al mare. E che però non ci era mai arrivata. L'avevano cercata dappertutto, senza successo.

Gli inquirenti ipotizzarono un rapimento a scopo di riscatto. La famiglia Scazzi, però, non era economicamente agiata: perché i presunti sequestratori avrebbero dovuto scegliere proprio la ragazzina? La pista venne presto accantonata e sostituita da quella di un allontanamento volontario: si pensava che la 15enne potesse essere scappata per raggiungere altri componenti della famiglia. Perché, allora, non lasciare tracce?

Il successivo 29 settembre lo zio di Sarah, Michele Misseri, disse ai militari di aver trovato, in un uliveto, il telefono cellulare della nipote: era spento, senza batteria e sim. Cinque giorni dopo, nel corso di un lungo interrogatorio, confessò di aver ucciso la ragazza e di aver gettato il suo corpo – dopo averne abusato sessualmente – in un pozzo poco lontano dalla sua abitazione.

Traferito in carcere, Misseri cambiò però versione: disse che quando aveva ucciso la 15enne c'era anche sua figlia, Sabrina. L'autopsia smentì la violenza. Le indagini fecero il resto: pochi giorni dopo Sabrina Misseri fu arrestata con l'accusa di omicidio volontario. Gli inquirenti sono convinti che abbia ucciso la giovane, con l'aiuto della madre Cosima Serrano, perché gelosa del rapporto che la cugina aveva stretto con l'uomo di cui si era innamorata, un certo Ivan Russo.

Entrambe sono state condannate all'ergastolo in via definitiva. Michele Misseri, di cui per tempo si parlò come di un "mostro", ottenne 8 anni per occultamento di cadavere. (di Sara D'Aversa - TAG24)

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