Modena. Omicidio Gabriela e Renata Trandafir. "Volevano essere libere, ma Salvatore le ha uccise".

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Modena. Omicidio Gabriela e Renata Trandafir. "Volevano essere libere, ma Salvatore le ha uccise".

"L'avevo sentita alle 11.22, mezz'ora prima dell'omicidio. Mi aveva raccontato che era appena andata dall'avvocato perché il giorno dopo era prevista l'udienza della separazione. Ci stavamo accordando per vederci la sera stessa ma quel giorno non è mai arrivato".

Ieri, in tribunale a Modena, nell'ambito del processo contro Salvatore Montefusco, accusato del delitto della moglie Gabriela Trendafir e della figlia di lei, Renata, 47 e 22 anni – avvenuto a giugno del 2022 a Castelfranco Emilia –, ha preso la parola Rachele, la migliore amica di Renata.

La giovane ha raccontato quanto la vita dell'amica fosse divenuta un incubo a causa di quel patrigno padrone che da tempo maltrattava e vessava entrambe le vittime. "Le cose più pesanti sono iniziate intorno al 2020: dispetti, minacce forse perché Renata stava crescendo, voleva la sua indipendenza e a lui non andava bene: voleva il controllo su tutto" – spiega la giovane.

"Non viveva in un bell'ambiente: era molto stressante. Mi diceva che lei e sua mamma venivano mandate via dalle forze dell'ordine, che gli dicevano di 'non provocarlo'. So che era andata a Bologna a denunciare o a Treviso per trovare qualcuno che non conoscesse Montefusco".

"Renata aveva lasciato l'università perché lui aveva deciso di non pagare – continua Rachele –. Il progetto di Renata era quello di lavorare per poter riprendere a studiare. Nell'ultimo periodo Gabriela era a pezzi e Renata cercava di essere forte per entrambe, contattando per prima gli avvocati e restando in contatto con i Carabinieri".

"Le chiedevo di restare a dormire da me, ma non voleva lasciare sola la sua mamma. Volevano essere finalmente libere, invece le ha ammazzate senza pietà". (il Resto del Carlino)

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