Trapani. Omicidio Maria Amatuzzo. Le versioni di Favara che non convincono la pubblica accusa.
Il tenente dei Carabinieri Mario Bezzeccheri, del Norm di Castelvetrano, è stato ascoltato per circa tre ore, in Corte d'Assise a Trapani, nel processo che vede imputato il marito Ernesto Favara per l'omicidio di Maria Amatuzzo.
L'investigatore ha ripercorso l'iter delle indagini sin dall'inizio e anche i rapporti tra i coniugi. Nella fase delle indagini, Favara era stato interrogato due volte. In uno dei due interrogatori, disse che a colpire la moglie (che l'aveva lasciato già da qualche mese) non era stato lui per primo, ma che la donna era stata colpita dal suo nuovo compagno con una pala. E proprio su questa pala si sono concentrate molte delle domande della difesa dell'imputato.
In fase di indagini, Ernesto Favara aveva anche detto che la donna era caduta accidentalmente sulla lama del coltello. Versioni diverse dei fatti che non convincono la pubblica accusa. Per accusa e parti civili, infatti, è chiaro come sia stata uccisa Maria Amatuzzo.
Il 24 dicembre 2022, Amatuzzo sarebbe stata attirata con un pretesto da Favara nella sua abitazione di Marinella di Selinunte, ma quando entrò nel garage venne subito accoltellata. Dall'autopsia è emerso che i fendenti sarebbero stati 28, inferti in varie parti del corpo. Tra le cinque aggravanti contestate dall'accusa, anche i "futili motivi" (gelosia), la premeditazione e la crudeltà, perché dopo avere inferto colpi letali, l'uomo continuava ad accoltellarla.
Lo scorso 14 novembre, a rinviare a giudizio l'ex pescatore è stato il gup del Tribunale di Marsala, Riccardo Alcamo. Subito dopo il delitto, Favara venne arrestato dai Carabinieri, per strada, vicino casa, mentre aveva ancora in pugno il coltello sporco di sangue. Maria Amatuzzo, qualche mese prima di essere uccisa, aveva lasciato il marito (attualmente sotto processo, in Tribunale, a Marsala, per maltrattamenti familiari) ed era andata a vivere con un altro uomo. (Tp24.it)