Bolzano. Omicidio Alexandra Elena Mocanu. In aula parla l'imputato: La testimonianza di Avni Mecja.
"La mia fidanzata era sul letto, io sono entrato per prendere il caricabatterie, ma sotto il cuscino ho visto il martello. Lei me l'ha lanciato, io l'ho preso e non ho visto più niente".
Si è conclusa con le parole di Avni Mecja, il carpentiere di 28 anni accusato di omicidio pluriaggravato, l'udienza di ieri mattina del processo per il femminicidio di Alexandra Elena Mocanu, barista di 35 anni uccisa a martellate la sera del 22 ottobre 2022 a Bolzano.
Parole con le quali l'imputato ha smentito parte della ricostruzione della dinamica da parte della Polizia scientifica: un punto a favore dell'affidabilità del suo racconto, secondo la difesa. Davanti alla Corte d'Assise di Bolzano sono stati ascoltati gli agenti della Squadra mobile che hanno rinvenuto il cadavere "sotto una catasta di coperte" e quelli della Polizia scientifica che si sono occupati dei rilievi.
Hanno riferito dei messaggi partiti la sera prima dal cellulare della donna alla titolare del bar dove lavorava, con i quali la avvisava che si sarebbe assentata dal lavoro per alcuni giorni per andare in Romania dal figlio. È stato inoltre letto il contenuto di quello inviato da Mecja, il giorno dopo il delitto, al cellulare di servizio dei vigili urbani.
Nel messaggio, il giovane forniva indicazioni su come trovare le chiavi dell'appartamento nascoste in cantina, dove avrebbero trovato anche un biglietto con il nome e il numero di telefono di quello che riteneva fosse il nuovo compagno di Mocanu e nel quale riferiva di un rapporto burrascoso negli ultimi mesi. (Alto Adige)