Novellara. Saman Abbass potrà avere i funerali. Sarà il fratello a scegliere il rito delle esequie.

Immagine della notizia (Immagine di Andreab82 su Wikimedia Commons — CC BY-SA 3.0)

Novellara. Saman Abbass potrà avere i funerali. Sarà il fratello a scegliere il rito delle esequie.

Il 10 novembre scorso la Corte d'Assise di Reggio – davanti cui si stava celebrando il processo di primo grado contro cinque parenti della ragazza – dava il nulla osta per la riconsegna della salma di Saman Abbas, rimasta per un anno a disposizione dei medici anatomopatologi e dei periti forensi che hanno cercato di far "parlare" il corpo della ragazza e il terreno in cui era stata sepolta il 30 aprile 2021, dentro il rudere di viazza Reatino a Novellara.

A distanza di tre mesi, è giunto alla fase conclusiva l'iter burocratico di adempimenti propedeutico all'organizzazione vera e propria dei funerali della giovane. Un iter che si è rivelato più lungo e complicato del previsto, con diverse autorizzazioni da ottenere in un caso come questo: la vittima giovanissima di un delitto senza genitori che si occupino delle incombenze.

Sarà il fratello di Saman, che a giorni compirà 19 anni, a scegliere prima di tutto il rito con il quale verranno celebrate le esequie. Finora è stato il Comune di Novellara, con gli uffici preposti e il lavoro del sindaco Elena Carletti, a occuparsi di tutto, col coordinamento della prefettura e il supporto istituzionale della presidente del tribunale e del procuratore capo: e questo sia per il fatto che il ragazzo fino ai 21 anni rimarrà in carico ai servizi sociali, sia per lasciare che il giovanissimo rimanesse fuori, per ora, dalle incombenze tecniche.

La posizione del ragazzo non è per niente facile: testimoniando al processo ha ufficialmente tagliato i ponti con i genitori, condannati all'ergastolo in primo grado, ma in generale con i famigliari in Pakistan puntando il dito contro di loro e contro una mentalità che ha condannato la sorella e di cui lui stesso, ha detto, ha avuto paura, sperimentando le pressioni affinché non parlasse.

Assistito dall'avvocato Valeria Miari, una volta visionate le motivazioni della sentenza di primo grado deciderà come procedere rispetto alla decisione della Corte d'Assise di non riconoscergli nessuna provvisionale come parte civile. (di Margherita Grassi – Reggionline)

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