Melendugno. Omicidio Angela Petrachi. "Sulle calze il DNA di altre 2 persone". Il caso potrebbe riaprirsi.
La Corte di Cassazione ha annullato il rigetto dell'istanza di revisione del processo sull'omicidio di Angela Petrachi e spedito gli atti alla Corte d'Appello di Catanzaro che, alla luce dei nuovi elementi, dovrà ora riesaminare il caso.
La 31enne di Melendugno (Lecce) fu trovata senza vita con il corpo seviziato l'8 novembre 2002 in un bosco della frazione di Borgagne. Per il delitto è stato condannato in via definitiva all'ergastolo, nel febbraio 2014, l'agricoltore Giovanni Camassa, 55 anni, che però si è sempre professato innocente.
Come scrive il Corriere della Sera, i giudici della Suprema Corte, accogliendo l'istanza di revisione presentata dall'avvocato Ladislao Massari, difensore di Camassa, ha tenuto conto delle valutazioni del medico legale Adriano Tagliabracci, già consulente nel caso di Raffaele Sollecito per l'omicidio di Meredith Kercher.
La perizia di Tagliabracci, eseguita con indagini genetiche utilizzando tecnologie avanzate, «potrebbe in ipotesi condurre ad avallare una precisa ricostruzione alternativa, per l'identificazione della provenienza del DNA sulle calze di nylon» indossate dalla vittima al momento dell'omicidio. Infatti, secondo l'esame, il DNA su quelle calze non appartiene al condannato, ma ad almeno altre due persone.
Sarà ora la Corte d'Appello di Catanzaro a stabilire se riaprire il caso, oppure no. (di Claudio Tadicini – Corriere.it)