Napoli. Omicidio Ewa Kaminska. Il figlio della vittima al Mattino: "Mio padre non era un assassino".
Melina Chiapparino sul Mattino di Napoli ha intervistato il figlio di Pasquale Pinto, il 54enne che lo scorso 8 febbraio ha seminato il panico nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, uccidendo in casa la moglie 48enne Ewa Kaminska.
Come ha saputo dei gesti compiuti da suo padre? «Ero in crociera per una gita scolastica. Mi hanno chiamato i professori informandomi con tatto».
Come si spiega quello che è successo? «L'unica spiegazione possibile sono le paranoie che, qualche volta, manifestava. Noi familiari ceravamo di calmarlo e spiegargli come stessero le cose. Dopo un po', infatti, ci dava ragione e tornava alla normalità».
Queste paranoie ti avevano mai preoccupato? «Avevo detto più volte a mio padre di rivolgersi a uno specialista ma lui non aveva mai voluto».
Non è vero nulla riguardo a problemi di coppia? «Mia madre e mio padre si amavano e, ovviamente, litigavano come qualsiasi altra coppia. Non li ho mai visti litigare in modo violento. Non si è trattato di un femminicidio».
Anche l'ipotesi di depressione per la perdita del lavoro è falsa? «Nessuna depressione. Mio padre aveva smesso da dieci anni di fare la guardia giurata e percepiva pensioni di invalidità».
Chi era tuo padre? «Mio padre non era un assassino ma un uomo perbene che ha cresciuto tre figli con grande amore e dedizione. Continuerò a crescere con i suoi valori, sperando di realizzare il mio sogno di nuotatore professionista».
(di Melina Chiapparino – Il Mattino)