Tavagnacco. Uccisa dal marito a Feletto Umberto. L'appello del figlio: "Non date la salma al suo assassino".

Immagine della notizia (Immagine di Marchetto da Trieste su it.wikipedia.org — CC BY-SA 4.0)

Tavagnacco. Uccisa dal marito a Feletto Umberto. L'appello del figlio: "Non date la salma al suo assassino".

Pasquale Guadagno ha 27 anni e da 14 lotta, insieme a sua sorella Annamaria, 31enne, contro i mulini a vento. Chiede ascolto perché la situazione in cui si è ritrovato a 14 anni, quella di orfano di femminicidio, gli ha impedito, e gli impedisce, di avere una vita normale. E la legge non può aiutarlo perché, a oggi, fa ancora acqua da troppe parti.

La storia di Pasquale Guadagno ha inizio il 25 aprile del 2010 quando sua madre Carmela Cerillo, 38 anni, viene assassinata per mano del marito Salvatore Guadagno a Feletto Umberto, frazione di Tavagnacco (Udine). L'uomo è stato condannato a 18 anni di reclusione. Grazie agli sconti per buona condotta, ne ha scontati 13. Da pochi giorni è libero.

«Un anno e mezzo fa io e mia sorella abbiamo deciso di dare seguito alle volontà di nostra madre – racconta Pasquale – che non voleva restare qui a Udine, ma avrebbe voluto essere sepolta, un giorno, con la famiglia a Napoli».

«Abbiamo iniziato a informarci – prosegue Pasquale – e abbiamo scoperto che non abbiamo alcun diritto perché, per la legge, lui a oggi è ancora il vedovo e, di conseguenza, può decidere sul suo corpo. Senza la sua autorizzazione scritta non possiamo fare nulla. Così ci siamo rivolti al Comune di Tavagnacco, che ci ha dato una carta da far firmare a nostro padre». L'uomo però si è rifiutato di firmare.

Non solo, Pasquale e Annamaria hanno scoperto che il loro padre vuole cremare la salma «per tenerla con sé, a casa sua, quando uscirà dal carcere», spiega. Un paradosso, oltre che un'ingiustizia. «E non me la posso prendere nemmeno con mio padre perché lui sta esercitando un potere che lo Stato gli sta lasciando», ammette.

L'unica soluzione, spiega il 27enne, sarebbe fare una causa al padre togliendogli tutti i diritti sulla defunta madre. «Ma trovo assurdo che io debba fare una causa per una cosa che mi spetta di diritto». Dunque l'appello di Pasquale ai politici: «Qualcuno prenda a carico questa situazione – conclude il 27enne –. Io sto perdendo la salute e la testa dietro queste battaglie, ma da solo non ho gli strumenti per andare avanti». (di Jessica Chia – Corriere.it)

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