Arezzo. Omicidio Sara Ruschi e Brunetta Ridolfi. Le motivazioni dell'ergastolo a Jawad Hicham.
"Non ha avuto pietà, non merita attenuanti" scrive il presidente Annamaria Loprete nelle 24 pagine delle motivazioni della sentenza Corte d'Assise di Arezzo che ha condannato in primo grado Jawad Hicham all'ergastolo per l'omicidio della compagna Sara Ruschi.
La notte di sangue in via Benedetto Varchi fu quella del 13 aprile 2023. L'uomo, 39 anni, con il coltello da cucina sferrò 23 colpi alla madre dei suoi figli di 17 e 2 anni, ed eliminò la suocera Brunetta Ridolfi con tre fendenti.
La "gravità" e "cattiveria" dell'omicida sta nell'aver soppresso la donna senza trattenersi anche se lei disperatamente cercava di difendersi. E per di più la accoltellò mentre era sul letto con accanto la figlioletta. Neppure questo lo trattenne. E ancora con spietatezza uccise Brunetta che era intervenuta a proteggere Sara.
Il presidente della Corte spiega anche perché giudici togati e popolari hanno rigettato la richiesta di perizia psichiatrica. L'uomo era consapevole, si sente anche dalla telefonata che aveva composto dopo il duplice omicidio: "Ho commesso un reato enorme correte veloce veloce". Dunque "nessun segno di psicopatologie e disturbo neurologico".
L'atteggiamento definito nei verbali di arresto "delirante" sarebbe in realtà una reazione tipica post delitto: con la testa sbatteva nell'auto dei poliziotti e si fece un taglio. (di Luca Serafini – Corriere di Arezzo)