Milano. Giulia Tramontano uccisa con 37 coltellate: "Colpita alle spalle, non si è potuta difendere".
"Abbiamo identificato 37 lesioni" e la causa di morte è una "massiva emorragia provocata da lesioni vascolari cervico-toraciche prodotte da arma da taglio. Non abbiamo riscontrato lesioni da difesa". Lo ha affermato in aula il dottore Nicola Galante, uno dei medici legali del pool di consulenti che hanno eseguito l'autopsia su Giulia Tramontano.
La donna di 29 anni è stata uccisa dal compagno Alessandro Impagnatiello, imputato di omicidio pluriaggravato. L'esperto, nella sua deposizione davanti alla Corte d'Assise di Milano, ha inoltre parlato di "compatibilità generica" dall'arma del delitto in relazione ai due coltelli da cucina sequestrati nell'appartamento di via Novella a Senago, dove la coppia conviveva.
"L'impressione è che sia stata un'aggressione avvenuta da tergo perché consente di raggiungere tutte le zone colpite", ha dichiarato il dottore e medico-legale Andrea Gentilomo deponendo come testimone nel processo. L'esperto ha precisato che non è possibile accertarlo con certezza in quanto l'analisi delle coltellate, "un numero molto elevato", fa a pensare a un'aggressione "molto concitata" in cui i due, l'imputato Alessandro Impagnatiello e la 29enne, si sono mossi.
"Continueremo a lottare ogni singolo istante della nostra vita affinché sia tolta la libertà per sempre a chi ti ha negato la possibilità di essere una madre, una figlia, una sorella e tanto altro. Ti amo e mi manchi Giuliè". Lo ha scritto su Instagram Mario Tramontano, fratello della vittima.
"Nulla ci restituirà Giulia, abbiamo gridato a voce alta e lo faremo ancora affinché sia fatta giustizia per lei e Thiago", ha scritto sempre sui social il padre della 29enne. Oggi la famiglia non era presente in aula. (AGI)