Voce su Giulia Tramontano

La facciata di Villa San Carlo Borromeo a Senago in provincia di Milano
Giulia Tramontano era un'agente immobiliare di 29 anni, incinta di sette mesi, originaria di Sant'Antimo in provincia di Napoli, ma residente a Senago in provincia di Milano da circa cinque anni insieme al proprio compagno. Scomparsa dal 28 maggio 2023,[1][2] il suo corpo senza vita è stato trovato tre giorni dopo, nel corso della notte tra il 31 maggio e il 1º giugno.[3][4]
A denunciare la scomparsa ai Carabinieri, la sera del 28 maggio, era stato il fidanzato e convivente Alessandro Impagnatiello, 30 anni, impiegato come barman all'Armani Bamboo Bar di Milano, un locale facente parte di un lussuoso hotel del capoluogo. L'uomo aveva raccontato di averla vista a casa per l'ultima volta in mattinata, prima che lui uscisse per recarsi lavoro. Poi, al ritorno nell'abitazione, non aveva più trovato la compagna che, a suo dire, era sparita portandosi dietro alcuni documenti e il cellulare.
Il trentenne, ascoltato a lungo dai militari, aveva anche precisato che il precedente sabato 27 maggio la convivente aveva incontrato l'amante, una collega statunitense di Impagnatiello. L'uomo infatti portava avanti una "doppia vita sentimentale", ma era stato scoperto da entrambe.
Giulia nutriva dei sospetti già dal precedente mese di aprile. Poi con il passare del tempo le conferme, fino all'incontro con l'amante americana. Era stata la collega dell'uomo a chiedere il faccia a faccia, anche lei insospettita dai comportamenti di Impagnatiello. Quest'ultima in passato era rimasta incinta del trentenne, ma aveva poi scelto abortire. Oltre al bambino che aspettava da Giulia, il barman aveva già un figlio di 6 anni, nato da una precedente relazione con un'ex compagna con la quale sarebbe rimasto in buoni rapporti.[5]
Dopo la denuncia della scomparsa, vengono avviate le ricerche della giovane donna. Nel frattempo Impagnatiello viene iscritto nel registro degli indagati per omicidio e occultamento di cadavere. Nella notte tra il 31 maggio e il 1º giugno 2023, poco dopo le ore 24.00, il corpo senza vita della Giulia viene ritrovato un'intercapedine dietro un edificio che ospita alcuni box, in un'area verde nei pressi di via Monte Rosa a Senago, non molto lontano dall'abitazione della coppia.
Era stato lo stesso Impagnatiello a consentire ai militari di rinvenire il cadavere, dopo essere crollato e aver confessato l'omicidio. L'aggressione mortale sarebbe avvenuta in casa nel corso della serata del 27 maggio, al culmine di una discussione in cui Giulia aveva rinfacciato al compagno di aver scoperto la "relazione parallela". Secondo quanto riferito del trentenne, la vittima si sarebbe procurata dei tagli con un coltello dicendo di "non volere più vivere". Essendosi ferita al collo, Impagnatiello le aveva inferto altri fendenti nello stesso punto, uccidendola. A suo dire, "per non farla soffrire".
Dopodiché avrebbe provato, invano, a bruciare il cadavere nella vasca da bagno. Non riuscendoci, si è adoperato nell'occultamento del corpo. Nella notte tra sabato 27 e domenica 28 maggio lo avrebbe dapprima trasportato nel box sotto casa, poi, nel pomeriggio del giorno seguente, lo avrebbe spostato in cantina. La mattina di martedì 30 maggio carica il cadavere, avvolto in alcuni sacchi, nel bagagliaio della sua auto. Con la vettura svolge le sue faccende personali, come se nulla fosse successo. Il corpo di Giulia rimane lì fino alla notte tra il 30 e il 31 maggio, quando il barman decide di abbandonarlo nell'area dove sarà poi ritrovato circa ventiquattro ore dopo.[6][7]
È emerso inoltre che la sera del 27 maggio, prima di trasportare il cadavere all'esterno dell'appartamento, l'uomo avrebbe inviato un messaggio alla collega statunitense: "Se n'è andata, adesso sono libero".[8] Avrebbe persino tentato di incontrare l'amante, ma lei, spaventata, ha preferito un confronto a distanza, parlandogli dalla finestra. Solo in seguito è tornato a casa e si è occupato di nascondere il corpo. Il trentenne è accusato di omicidio volontario aggravato, interruzione di gravidanza non consensuale e occultamento di cadavere.

Uno scorcio sulla Chiesa di Sant'Antimo Prete e Martire in Piazza della Repubblica a Sant'Antimo, paese d'origine di Giulia Tramontano in provincia di Napoli (di Sedicinoni, licenza CC BY-SA 3.0)
Secondo gli inquirenti, il delitto sarebbe stato premeditato. Mentre attendeva il ritorno di Giulia nell'abitazione, Impagnatiello aveva effettuato diverse ricerche in rete su come uccidere una persona e disfarsi del corpo senza vita.[9] Tuttavia il giudice per le indagini preliminari, pur condividendo le ricostruzioni degli investigatori, ha escluso le aggravanti della premeditazione e della crudeltà nel provvedimento di convalida del fermo. Confermate invece quelle dei futili motivi e del vincolo della convivenza.
Nell'ordinanza il gip ha precisato che il reo confesso ha agito "senza un reale motivo" per lo "stress" che stava vivendo a causa "non solo della gestione delle due ragazze" con cui aveva una relazione parallela, ma anche per "il fatto che altri ne fossero venuti a conoscenza, per esempio sul luogo di lavoro".[10] L'autopsia sulla salma della vittima ha rilevato almeno 37 fendenti d'arma da taglio, di cui gran parte localizzati nella zona superiore del corpo. Sarebbero due le coltellate fatali, individuate sul collo.[11][12]
Ulteriori accertamenti degli esami autoptici hanno rilevato tracce di Bromadiolone, uno tra gli anticoagulanti più diffusi e potenti della categoria del veleno per topi, presente sia nel corpo dell'agente immobiliare che nel feto del figlio che sarebbe nato di lì a breve. Secondo gli esperti di Medicina legale di Milano, non si può determinare se il quantitativo rilevato sia frutto di più somministrazioni a basse dosi o di un'unica più elevata, ma sicuramente nell'ultimo mese e mezzo prima del delitto, ci sarebbe stato un incremento della somministrazione.
Gli investigatori hanno inoltre individuato diverse ricerche sulla rete internet, effettuate da Impagnatiello a partire dal dicembre del 2022, relative al "veleno per topi" e quali quantità fossero necessarie "per uccidere una persona". Elementi che hanno ulteriormente irrobustito, negli inquirenti, la tesi della premeditazione del delitto. L'aggravante, tuttavia, era stata rigettata in fase cautelare dal giudice per le indagini preliminari.[13][14]