Samarate. Omicidio Giulia e Stefania Pivetta. Maja ricorre in Cassazione per annullare l'ergastolo.
I legali di Alessandro Maja hanno depositato in Cassazione il ricorso contro la condanna all'ergastolo confermata in Appello lo scorso febbraio per il duplice omicidio noto come la strage di Samarate.
Nella notte tra il 3 e il 4 maggio 2022 il geometra 60enne uccise la moglie Stefania Pivetta e la figlia Giulia, di soli 16 anni, colpendole a martellate mentre dormivano nella loro casa di Samarate, provincia di Varese. L'unico a scampare alla furia omicida fu il figlio maggiore, Nicolò, che riportò ferite gravissime, ma riuscì a salvarsi.
Il ricorso alla Suprema Corte verte sul riconoscimento della parziale infermità mentale, chiesta dai legali del reo confesso già dal processo di primo grado. Secondo la difesa, Maja sarebbe stato incapace di intendere e di volere al momento degli omicidi, in quanto si trovava "in una condizione psichica delirante di fallimento, rovina, con sentimenti di disperazione e di ineluttabilità che lo hanno portato a credere di non avere più via d'uscita, tanto da arrivare a pensare al suicidio nei giorni precedenti, concretizzato in un suicidio allargato".
Questa tesi è stata però già smentita dalla perizia svolta nel processo di primo grado. "Continua a firmare ricorsi, a noi sembra capacissimo di intendere e di volere", ha commentato l'avvocato di parte civile per la famiglia Pivetta, Stefano Bettinelli.
"I miei assistiti non commentano, ma non capiscono. Intendiamo che Maja sta esercitando un suo diritto e nessuno vuole negarglielo, ma per i miei assistiti, in particolare per Nicolò, è un continuo calvario", conclude il legale. (Today)