Lanciano. Omicidio Annamaria D'Eliseo. Una controperizia della difesa per smontare la prova regina.

Immagine della notizia (Immagine di Luca Aless su it.wikipedia.org — CC BY-SA 4.0)

Lanciano. Omicidio Annamaria D'Eliseo. Una controperizia della difesa per smontare la prova regina.

Una controperizia sull'audio con le ultime parole di Annamaria D'Eliseo per provare a smontare la "prova regina" che incastra Aldo Rodolfo Di Nunzio per la morte della moglie.

La donna, collaboratrice scolastica di 60 anni, è stata trovata morta, con un filo elettrico intorno al collo, nella cantina-garage dell'abitazione di via Iconicella a Lanciano il 15 luglio 2022. Il marito ha sempre sostenuto la tesi del gesto volontario. La svolta sul giallo è arrivata solo diciotto mesi dopo, l'11 gennaio scorso, con l'arresto dell'uomo.

A incastrare Di Nunzio è stato un audio di sei secondi registrato dal microfono delle telecamere di videosorveglianza esterne alla villetta che, secondo la procura di Lanciano, cattura gli ultimi istanti di vita della vittima mentre viene strangolata. Una perizia che oggi la difesa dell'ex vigile del fuoco, trasferito prima di Pasqua nel carcere di Teramo, mette in discussione.

«Secondo noi la perizia della Procura presenta punti discutibili», sostiene l'avvocato Alberto Paone che nel frattempo ha affiancato la collega aquilana Silvia De Santis, «per questo abbiamo nominato un consulente di parte, al quale abbiamo inviato il materiale e chiesto di rimettere un rapporto. A nostro parere evidenze della colpevolezza di Di Nunzio ad oggi non ci sono e il nostro assistito si è sempre definito innocente». I legali dell'imputato si sono affidati al perito fonico forense Marco Perino.

Per la Procura, tuttavia, Di Nunzio ha afferrato al collo la moglie e, con l'utilizzo di un filo elettrico di colore giallo-verde del diametro di 2,5 millimetri, l'ha stretta con forza cagionandone la morte. Tra gli altri indizi a carico di Di Nunzio, ci sono le perizie tecniche dei Carabinieri del Ris eseguite sui cavi elettrici trovati intorno alla gola della vittima. (di Stefania Sorge – Il Centro)

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