Sassari. Uccise la compagna Speranza Ponti. Le motivazioni: "Impossibile che lei si sia tolta la vita".
Massimiliano Farci aveva due moventi, quello economico e quello legato alla gelosia. L'uomo aveva scoperto che la compagna aveva riallacciato i rapporti con l'ex marito, e spaventato dall'idea di perdere il denaro che Speranza Ponti aveva in banca, la uccise e facendo sparire il suo corpo.
Sono racchiuse nelle 132 pagine della sentenza le motivazioni che hanno portato i giudici della Corte d'Appello di Sassari a confermare l'ergastolo nei confronti del 56enne originario di Assemini, accusato di avere ucciso la compagna 50enne di Uri, il 5 dicembre 2019 ad Alghero, facendo ritrovare il suo corpo alla fine di gennaio del 2020.
«Farci non solo si è disfatto del cadavere di Speranza, ma, attraverso la mistificazione della realtà, ha posto in essere un comportamento tendente ad impedirne, o ritardarne il più possibile, il ritrovamento. Un comportamento, anche questo, finalizzato a eliminare ogni prova del delitto da lui commesso».
«La versione secondo cui Speranza si sarebbe suicidata, risulta, alla luce delle risultanze processuali, anche intrinsecamente inverosimile. Impossibile – scrivono i giudici – che la donna si sia tolta la vita: sono incredibili le modalità scelte, con un lenzuolo matrimoniale, del quale Farci si era immediatamente liberato, fatto passare sul colmo della porta».
«Così come non è verosimile che il Farci – scrivono ancora i giudici –, dopo avere pianto e vegliato sul cadavere della donna, non abbia fatto verificare il suicidio da terzi testimoni, quali i vicini di casa o le forze dell'ordine».
Pressato dai Carabinieri dopo la scomparsa della donna, quasi due mesi dopo, aveva ammesso di avere occultato il cadavere, portandolo in una collinetta con vista sul promontorio di Capo Caccia, spiegando di averlo fatto sia perché era un desiderio di Speranza, sia perché aveva paura di non essere creduto dalle forze dell'ordine.
«Farci sapeva che Speranza aveva delle somme depositate in banca, oltre che danaro contante – si legge ancora nelle motivazioni dell'ergastolo – e aveva provveduto, dopo la sua morte, a effettuare prelievi e versare sul suo conto del denaro contante della vittima». (di Luca Fiori – La Nuova Sardegna)