Roma. Omicidio Rossella Nappini. Harrati in aula: "Mi disse facciamo matrimonio e documenti".
Faccia a faccia, ieri in aula alla Corte d'Assise di Roma, tra Adil Harrati, imputato per l'omicidio di Rossella Nappini, e i parenti della vittima.
L'uomo è accusato di aver ucciso la donna con 56 coltellate il 4 settembre 2023. La donna, infermiera di 52 anni, aveva avuto con lui un rapporto sentimentale. L'imputato in aula ha chiesto di poter parlare alla Corte, fornendo dichiarazioni spontanee e, con un italiano stentato, ha provato a ricostruire in maniera poco dettagliata i rapporti con la vittima.
"Ho lavorato a casa sua. Due settimane. Mi ha detto 'facciamo matrimonio e i documenti'". Il 45enne originario del Marocco, in carcere dal giorno dopo l'omicidio, era un manovale che aveva fatto dei lavori di tinteggiatura nella casa della donna in via Giuseppe Allievo, in zona Monte Mario, dove il suo corpo è stato trovato lacerato dalle coltellate.
La donna viveva insieme alla madre in casa. "Mi fece vedere una foto" di Harrati, racconta in aula Monica Nappini, la sorella della vittima. "Lei lo voleva sposare, diceva che era una buona persona e che la faceva ridere", aggiunge. ''Ho sentito mia sorella quel pomeriggio un'ora prima che venisse uccisa – ha ricordato –. Mi disse che quell'uomo l'aveva chiamata per vedersi e che lei aveva detto di no".
"Non era preoccupata, ma quando pochi giorni prima aveva scoperto i suoi precedenti, l'aveva lasciato e lui insisteva per vederla, si era incaponito''. Sul rapporto tra la sorella e l'imputato, ha poi aggiunto: "Rossella aveva cominciato la relazione un mese e mezzo prima, ma diceva di volerlo sposare per fargli avere il permesso di soggiorno. Aveva già scelto l'abito per le nozze, ma nella bara le ho messo quello del mio matrimonio''. (RaiNews)