Lanciano. Omicidio Annamaria D'Eliseo. Il marito in aula: "Da 13 mesi in carcere senza avere fatto niente".

Immagine della notizia (Immagine di Luca Aless su it.wikipedia.org — CC BY-SA 4.0)

Lanciano. Omicidio Annamaria D'Eliseo. Il marito in aula: "Da 13 mesi in carcere senza avere fatto niente".

Nella giornata di oggi, la Corte d'Assise di Lanciano ha deciso che non ci sarà una nuova perizia fonica sull'audio registrato dalla telecamera esterna all'abitazione di contrada Iconicella dove, il 15 luglio 2022, venne trovata morta Annamaria D'Eliseo, 60 anni.

In aula c'era anche il marito della donna, Aldo Rodolfo Di Nunzio, 72 anni, accusato di omicidio volontario. L'imputato, assistito dall'avvocato Nicola De Fuoco, ha reso dichiarazioni spontanee, prima di sottoporsi all'esame della pm Mirvava Di Serio: "Non ho niente da nascondere – ha specificato –. Sono 13 mesi e 17 giorni che sono in carcere senza avere fatto niente".

Un racconto frammentato da molte divagazioni quello dell'ex ispettore dei Vigili del fuoco, che si è sempre dichiarato innocente. Secondo l'accusa, invece, avrebbe strangolato la moglie inscenandone poi il suicidio. Di Nunzio ha ricostruito la giornata del 15 luglio 2022, fino al momento in cui avrebbe trovato la moglie esanime e cercato di salvarla.

"Ci siamo svegliati presto, come al solito, e abbiamo fatto l'amore", ha esordito l'ex vigile del fuoco, che poi ha raccontato una serie di impegni che i coniugi hanno svolto assieme e poi separatamente. "Alle 13.05 era quasi ora di mangiare e ho cercato Anna – continua Di Nunzio –, sono andato nell'interrato, dove c'era una luce accesa, ma ho visto due rondinelle e ho pensato che non fosse lì, perché aveva paura degli uccelli". Quindi la ricerca in cucina, nelle camere da letto, nell'orto, prima di tornare nella rimessa.

"La luce era ancora accesa, sono andato due metri più avanti e ho visto il corpo di Anna", ricostruisce l'imputato. "Ho fatto i gradini a 3 a 3 per fare in fretta e ho chiamato il 112 mentre tornavo nell'interrato – ha spiegato – con le forbici trovate sul lavandino, con una mano ho tagliato il filo che legava Anna al soffitto e con l'altra sorreggevo il corpo, ma mi è caduto addosso e ha battuto la testa. Al collo il filo elettrico faceva più giri, 4-5, era strettissimo, ho infilato le dita e l'ho tagliato. Non ho guardato dove si fosse appesa".

"Quel giorno è stato talmente bello e sereno – ha concluso Di Nunzio – io e mia moglie ci accapigliavamo, ma non siamo mai stati distanti in casa. Quale coppia va ad Ischia due volte l'anno?". (di Stefania Sorge – ChietiToday)

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