Voce su Dorina Alla

Uno scorcio panoramico dall'alto sulla Chiesa di San Vigilio a Pove del Grappa in provincia di Vicenza (di Alessandro Simonetto, licenza CC BY-SA 3.0)
Dorina Alla, 39 anni, fu uccisa dal marito Gezim Alla, 51 anni, il 18 aprile 2021 nell'abitazione dove la coppia risiedeva a Pove del Grappa in provincia di Vicenza.[1][2]
L'omicidio si consumò nel corso del pomeriggio. La donna fu colpita più volte dal coniuge con un martello. Sarebbero stati 12 i colpi sferrati dal cinquantunenne che aveva percosso la vittima nell'angolo della cucina dove lei si era rintanata, rannicchiandosi con le spalle al muro.[3] Fu lo stesso uomo ad allertare i soccorsi quando la moglie, stremata dalla violenta aggressione, era ormai esanime a terra. In quel momento erano presenti in casa anche i due figli della coppia, un bambino di 9 anni e una ragazzina di 13.
Turbati dalle forti urla dei genitori, si erano chiusi in camera e la primogenita aveva telefonato a una cugina vicina di casa per chiedere aiuto. Non avrebbero assistito alla violenza e, successivamente, erano stati fatti uscire da una porta secondaria per essere affidati ad alcuni loro parenti.[4] All'arrivo dei Carabinieri sul posto, Gezim si costituì senza opporre resistenza e i militari lo sottoposero ad arresto. Inutili i tentativi dei sanitari di rianimare la vittima, trovata già senza vita, massacrata dalle molteplici martellate subite.[5][6]
Il cinquantunenne fu interrogato nella caserma di Bassano del Grappa. Dinanzi agli inquirenti confessò le proprie responsabilità. Dopodiché venne condotto in carcere. A suo dire, l'aggressione mortale sarebbe avvenuta al culmine di un'ennesima lite poiché, in quell'occasione, la donna lo avrebbe provocato e offeso. Non sarebbe stato il primo contrasto fra i due coniugi, infatti già in precedenza le forze dell'ordine sarebbero intervenute nella stessa abitazione per sedare altre discussioni.
La coppia era originaria dell'Albania, ma risiedeva in Italia da diversi anni. Lui era impiegato come operaio. Il loro rapporto negli ultimi tempi sarebbe andato in crisi e la trentanovenne avrebbe voluto allontanarsi dal marito portando via con sé i figli.[7] Lei si era anche rivolta allo sportello "Spazio Donna" che si occupava di aiutare le persone vittime di violenza familiare.[3]
Nella primavera del 2022 il reo confesso fu rinviato a giudizio dinanzi alla Corte d'Assise di Vicenza.[8] L'uomo fu sottoposto a una perizia psichiatrica che lo aveva valutato capace di intendere e di volere. Per quanto riguarda il vuoto di memoria che l'imputato aveva sostenuto di avere nel corso dell'aggressione, i periti ritennero che si trattasse di un'amnesia temporanea conseguente all'evento traumatico. Il gesto dell'uomo fu attribuito ad una crescente sensazione di impotenza, di disperazione e di incapacità di accettare quella che al momento riteneva essere la disgregazione della sua famiglia.[9]
Il 22 dicembre 2022 l'imputato fu condannato all'ergastolo dalla Corte d'Assise di Vicenza. La sentenza non riconobbe l'aggravante della crudeltà contestata dalla pubblica accusa.[10][11] Il 13 giugno 2023 la Corte d'Appello di Venezia ridusse la pena a 24 anni di reclusione. Il verdetto di secondo grado revocò anche la decadenza della responsabilità genitoriale.[12][13]