Voce su Tina Boero
Uno scorcio panoramico di Rocchetta Nervina. Nella foto il torrente Barbaira passante per il centro storico (di Davide Papalini, licenza CC BY-SA 3.0).
Tina Boero, 80 anni, fu uccisa dal marito Fulvio Sartori, 81 anni.[1]
L'omicidio si consumò nelle prime ore del mattino del 19 aprile 2021 all'interno dell'abitazione della coppia a Rocchetta Nervina in provincia di Imperia. L'uomo, armato di coltello, aveva sgozzato la moglie nel letto matrimoniale. L'ottantunenne uccise anche Luna, la cagnolina di famiglia, e poi aveva tentato di suicidarsi, tagliandosi le vene.
Non riuscendo nell'intento, l'anziano allertò i soccorsi. Sul posto giunsero i sanitari e le forze dell'ordine. Sartori fu trasportato e ricoverato all'ospedale di Imperia, non in pericolo di vita. Piantonato dai militari, fu sottoposto ad arresto. Nell'immediatezza dei fatti fu ignoto il motivo per il quale l'uomo avesse compiuto quel gesto. L'ottantunenne era un ex alpino ed ex guardia forestale in pensione.[2]
Secondo le ricostruzioni, lui e la moglie litigavano spesso, ma non risultavano episodi di maltrattamenti pregressi. La vittima seguiva uno specifico regime alimentare per motivi di salute, ma non era gravemente malata. Anche l'anziano non aveva gravi problemi di salute, ma non fu escluso che potesse essere depresso.[3]
Il successivo 21 aprile, interrogato dal giudice per le indagini preliminari, Sartori si avvalse della facoltà di non rispondere. Il gip convalidò l'arresto mentre l'uomo rimase ricoverato nel reparto di psichiatria dell'ospedale di Imperia.[4] Dall'esame autoptico, oltre al profondo taglio alla gola, emersero anche diverse lesioni agli arti della donna, indicative di un tentativo della vittima di difendersi nel corso dell'aggressione mortale.[5][6]
Durante le indagini l'anziano non aveva mai chiarito i motivi del gesto. Sartori fu rinviato a giudizio con le accuse di omicidio volontario e animalicidio aggravati dalla crudeltà, i futili motivi, la minorata difesa della donna e il rapporto coniugale con la vittima. La Procura e il Tribunale di Imperia disposero delle perizie psichiatriche che avevano attribuito all'imputato un vizio parziale di mente nel momento del delitto. La pubblica accusa avanzò una richiesta di pena di 20 anni.[7]
Il 10 maggio 2022 l'anziano fu condannato in primo grado a 16 anni e quattro mesi di reclusione. La sentenza aveva riconosciuto la seminfermità mentale ed escluso le aggravanti della crudeltà e dei futili motivi, ritenendo l'uccisione del cane come reato in continuazione rispetto all'omicidio della moglie.[8][9]
Nelle motivazioni del verdetto fu sottolineato che l'imputato aveva commesso il delitto in quanto la depressione maggiore, che lo aveva avviluppato, gli obnubilava la capacità volitiva e di controllo. L'anziano soffriva di angoscia, insonnia, rimuginazione e perdita della percezione del futuro. Venuta meno la sua capacità di analisi e di verifica di una possibile alternativa, l'unico modo per farla finita era porre fine alla vita di tutti, compresa la sua.[10]
Nel processo di secondo grado l'imputato ottenne uno sconto di pena. La condanna scese a 15 anni e tre mesi di reclusione. Infine, nel novembre del 2023, la Corte di Cassazione confermò e rese definitiva la sentenza di secondo grado.[11]