Voce su Ilenia Fabbri
Ilenia Fabbri, 46 anni, fu trovata morta la mattina di sabato 6 febbraio 2021 nell'abitazione in cui risiedeva a Faenza in provincia di Ravenna.[1][2]
Foto scattata dalla Piazza della Libertà a Faenza. Sullo sfondo la Torre dell'Orologio (di Gianni Careddu, licenza CC BY-SA 4.0).
La donna era separata dall'ex marito e aveva una figlia di 21 anni. A scoprire il corpo senza vita fu la fidanzata di quest'ultima, presente in casa quella mattina perché, ospite della famiglia, era rimasta lì a dormire. La figlia ventunenne e il padre invece non erano presenti in quel momento nell'abitazione perché erano usciti per recarsi a Osnago (Lecco) per comprare un'automobile.
La ragazza aveva lasciato l'appartamento poco prima delle ore 6.00, quando il genitore era passato a prenderla in macchina. Pochi minuti dopo la compagna in casa fu svegliata a causa di un frastuono e aveva sentito delle forti urla. In quegli attimi concitati aveva anche visto una sagoma allontanarsi, registrata in seguito pure in strada da una telecamera di videosorveglianza della zona. Di conseguenza la telefonata alla figlia della vittima, effettuata intorno alle 6.06, da cui era seguito l'allarme rivolto alle forze dell'ordine.[3]
La giovane barricata in camera, preoccupata e sotto shock, era poi uscita trovando il cadavere della signora Fabbri disteso sul pavimento. Poco dopo sul posto giunsero gli agenti del locale commissariato di Polizia, coordinati dalla Procura di Ravenna. La prima ispezione medico legale sul corpo della quarantaseienne aveva rilevato una profonda ferita al collo, segno che la donna fu uccisa al culmine di un'aggressione.
La signora Fabbri lavorava in una concessionaria di auto di Imola. Dal 2018 era separata da Claudio Nanni, 53 anni, contro il quale aveva avuto diverse cause pendenti in tribunale in merito alla divisione del patrimonio coniugale. La quarantaseienne negli ultimi tempi aveva iniziato una nuova relazione con un altro uomo. Lei abitava da sola con la figlia e, il giorno precedente, aveva ospitato la fidanzata della giovane. L'ex marito saltuariamente tornava nell'abitazione per andare a trovare la figlia.[4][5]
Nei giorni successivi l'autopsia confermò il decesso della vittima per un singolo colpo di coltello sferrato alla parte laterale del collo che aveva provocato la recisione di vene e arterie.[6] La Procura inizialmente aprì un fascicolo d'inchiesta contro ignoti,[7] poi iscrisse nel registro degli indagati l'ex marito Claudio Nanni con l'ipotesi di reato di concorso in omicidio pluriaggravato.[8]
Gli investigatori scoprirono che il rapporto fra i due ex coniugi era abbastanza travagliato dopo la separazione. Nel 2017 la signora Fabbri aveva denunciato l'uomo per maltrattamenti, ma quel procedimento fu archiviato e per lui non risultavano precedenti penali.[7] Tuttavia, per un'aggressione fisica avvenuta nell'ottobre del 2017, nella quale l'uomo la afferrò alle spalle con una mano dietro il collo e le fece sbattere la testa contro il muro,[9] Nanni aveva ricevuto un decreto penale di condanna.[10][11]
I sospetti verso il cinquantatreenne si addensarono sempre di più durante le indagini. Un testimone aveva raccontato agli inquirenti di aver sentito l'uomo pronunciare la frase "se continua così, prima o poi mando qualcuno a farle la festa", riferendosi all'ex moglie all'uscita da un incontro con l'avvocato civilista per il processo in corso in tribunale. Oltre alle pratiche legali per il divorzio, la donna aveva promosso nei confronti dell'ex marito un contenzioso per la cessione di un'attività commerciale e il mancato compenso di una somma di denaro legata alle sue prestazioni lavorative.[12][13]
La richiesta di risarcimento da parte della quarantaseienne ammontava a circa 500 mila euro, manifestando in seguito l'intenzione di abbassare le pretese pur di non scendere sotto i 100 mila euro. Successivamente era emerso anche che, nel 2019, l'uomo avrebbe chiesto a un'ex compagna informazioni sulla conoscenza di una persona che potesse fare del male alla ex moglie affermando "lei mi vuole rovinare, mi chiede un sacco di soldi". Inoltre la Procura aveva depositato agli atti diverse testimonianze in cui lo stesso, a partire dal 2018, direttamente o indirettamente, avrebbe minacciato di morte la ex coniuge.[14][15] Un timore che la donna avrebbe confidato a una sua amica, riferendo che se lei avesse vinto anche l'ultima causa in tribunale, lui l'avrebbe uccisa.
In merito alla diffusione di indiscrezioni su un probabile coinvolgimento dell'indagato nel delitto, la figlia e la sorella dell'uomo avevano voluto a sottolineare l'innocenza del cinquantatreenne.[16][17] Tuttavia, nella notte tra il 2 e il 3 marzo 2021, per Claudio Nanni e un suo conoscente, Pierluigi Barbieri, 52 anni, fu emessa un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, essendo ritenuti rispettivamente il mandante e l'esecutore materiale dell'omicidio. Il provvedimento, richiesto dalla Procura e accolto dal giudice per le indagini preliminari, fu basato sulle risultanze investigative che avevano raccolto gravi elementi indiziari.[18][19]
Secondo gli inquirenti, il delitto sarebbe stato pianificato per il profondo astio covato nei confronti della vittima in seguito alla separazione e per i contenziosi economici in corso in tribunale, tra cui la richiesta di risarcimento e la perdita della proprietà della casa (in cui avvenne il delitto) che era stata assegnata alla quarantaseienne. L'esecuzione fu programmata la mattina del 6 febbraio 2021, quando Nanni doveva recarsi in provincia di Lecco insieme alla figlia.
L'episodio avrebbe rappresentato un'alibi per lui, non essendo nell'appartamento al momento dell'aggressione mortale. L'obiettivo sarebbe stato quello di far ritrovare il cadavere nel pomeriggio e far passare la vicenda come una rapina finita male, ma il piano fu parzialmente rovinato per la presenza in casa della fidanzata della figlia, di cui l'uomo non era al corrente. Una situazione che aveva fatto subito scattare l'allarme, costringendolo a tornare indietro e facendo in modo che il corpo senza vita fosse rinvenuto in mattinata.[10][11]
Per quanto riguarda Pierluigi Barbieri, il cinquantaduenne era un pluripregiudicato residente a Bagno, frazione di Reggio Emilia, condannato in abbreviato a 5 anni di reclusione dal Tribunale di Forlì per una spedizione punitiva nei confronti di un disabile a Predappio nel febbraio del 2020.[20] Lo stesso era a piede libero perché la pena non risultava definitiva, ma per quei fatti era stato in cella e scarcerato nell'agosto del 2020. L'uomo si trovava a Faenza il giorno dell'omicidio. Erano stati registrati vari contatti risalenti alle settimane precedenti all'omicidio fra lui e il presunto mandante, che si conoscevano da tempo avendo in comune la passione per le moto. Altri contatti sarebbero intercorsi fra i due in modo frequente, ma sarebbero stati cancellati permanentemente e mai più recuperati: particolare che aveva insospettito gli investigatori, rivolgendo l'attenzione su di loro.[21][22]
Il successivo 8 marzo, nell'interrogatorio di garanzia di fronte al gip, Pierluigi Barbieri confessò l'omicidio raccontando che l'amico gli aveva promesso un compenso di circa 20 mila euro e un'automobile.[23] Il sicario avrebbe dovuto uccidere la vittima stordendola, strangolandola e buttandola giù dalle scale. Tuttavia, nel mettere in atto il piano, si sarebbero verificati alcuni imprevisti che modificarono l'esecuzione.
La donna urlò e oppose resistenza tentando di difendersi. Un vicino, sentendo le forti grida, aveva suonato il citofono. Inoltre un telefono aveva iniziato a squillare. Il tutto mentre nell'appartamento era presente anche la fidanzata della figlia, barricata in camera. L'aggressore così, compreso di avere poco tempo, recuperò un coltello presente in casa e la colpì alla gola. Claudio Nanni però non aveva confermato completamente tale versione, riferendo al giudice di avere soltanto incaricato Barbieri di "intimidire l'ex moglie, non di ucciderla".[24][25]
In altri interrogatori, a cui fu sottoposto il sicario reo confesso nel corso del mese di marzo, erano emersi ulteriori dettagli. I due indiziati avrebbero tentato per due volte di uccidere la vittima prima del 6 febbraio 2021. Piani che sarebbero stati architettati nei mesi precedenti, ma falliti durante l'esecuzione. In particolare, Barbieri avrebbe dovuto far scomparire la quarantaseienne dentro un trolley per poi cospargerla di acido e gettarla in una buca.[26]
Su indicazione dell'uomo, la Polizia aveva individuato quella buca localizzata nella campagne faentine, nonché una vanga, dell'acido e un trolley nel magazzino dell'officina del presunto mandante. Lo stesso cinquantaduenne aggiunse inoltre di aver gettato, in un campo adiacente a una piazzola dell'autostrada A14 tra Faenza e Imola, un manico di un martello con cui aveva provato a soffocare la vittima la mattina del 6 febbraio, prima di toglierle la vita con un fendente d'arma da taglio alla gola. In merito alle suddette dichiarazioni rilasciate da Barbieri, Nanni si avvalse della facoltà di non rispondere in successivi interrogatori.[27][28]
I due indiziati furono rinviati a giudizio per concorso in omicidio volontario pluriaggravato. Nel processo la figlia di Nanni si costituì parte civile contro il padre.[29] Nel corso del dibattimento furono confermati gli scambi di messaggi tra i due amici volti a programmare l'aggressione della vittima. Fu inoltre ripercorsa la scena del crimine: l'agguato iniziò in camera da letto dove la quarantaseienne fu presa d'assalto e ferita alla testa da Barbieri. La donna tentò di difendersi e riuscì a fuggire mentre già perdeva sangue.[30][31]
Lei si allontanò dalla camera e scese lungo le scale. Durante quei frangenti la fidanzata della figlia aveva intravisto l'inseguimento del sicario dalla porta della propria stanza. La signora Fabbri fu afferrata e scaraventata a terra, bersaglio di altri colpi che le avevano addirittura strappato delle ciocche di capelli e un orecchino. Infine fu trascinata lungo il pavimento del seminterrato. Lì fu sferrato il colpo di grazia con un coltello trovato in cucina, usato per reciderle la carotide con un taglio profondo alla gola. Da quel momento il decesso avvenne in pochi secondi per anossia cerebrale.[32]
Foto del Palazzo del Podestà in Piazza del Popolo a Faenza (di Rosapicci, licenza CC BY-SA 4.0)
Il 19 gennaio 2022 i due imputati testimoniarono dinanzi alla Corte d'Assise di Ravenna. Barbieri ribadì quanto già sostenuto in precedenza, aggiungendo dei particolari inediti. L'amico gli aveva suggerito due proposte sulle modalità di uccisione dell'ex moglie: la prima, simulando un suicidio per impiccagione, mentre la seconda tramite un'aggressione con l'ausilio di una barra di metallo che Nanni aveva in officina. Entrambe furono scartate dal sicario reo confesso.
Il meccanico faentino avrebbe inoltre proposto al cinquantaduenne di uccidere un'altra persona: un promotore finanziario che gli aveva fatto perdere 20 mila euro.[33] Piano che però non si era concretizzato. D'altro Canto Nanni aveva smentito dinanzi alla Corte tali dichiarazioni, precisando di non avere mai chiesto a Barbieri di uccidere nessuno, ma soltanto di spaventare l'ex moglie. Lo stesso aveva raccontato di aver dato 2 mila euro a Barbieri il 29 gennaio e che non c'erano mai stati dei veri e propri accordi esecutivi sul da farsi.[34][35]
Il 28 febbraio 2022 la Corte d'Assise di Ravenna, in accoglimento delle richieste della pubblica accusa, aveva condannato entrambi gli imputati all'ergastolo.[36][37] Le motivazioni della sentenza sottolinearono che la vittima fu uccisa perché voleva vedersi riconosciuti i propri diritti di moglie e lavoratrice, con implicito riferimento alla causa di lavoro mossa nei confronti dell'ex marito per gli anni trascorsi nell'officina di famiglia.
Nello stesso testo, i giudici di primo grado si soffermarono anche sul provvedimento del Tribunale del 21 settembre 2017, legato alla separazione della coppia, definito una "sciagurata ordinanza presidenziale". Quel provvedimento consentiva all'ex marito di restare a vivere sotto lo stesso tetto fino a quando la casa, al 99% di proprietà della donna, non fosse stata venduta dividendo il ricavato. Le motivazioni avevano definito tale decisione "abnorme e illegittima", poiché la signora Fabbri "fu messa in una situazione di inferiorità e grave esposizione", con Nanni che, probabilmente, ne trasse un senso di onnipotenza e impunità.[38][39]
Il 5 aprile 2023 la Corte d'Appello di Bologna confermò l'ergastolo per entrambi gli imputati.[40][41] La sentenza di secondo grado concesse le attenuanti generiche a Barbieri, ritenute comunque minusvalenti rispetto alle aggravanti contestate: ragione per cui non fu annullato il "fine pena mai". Inoltre, secondo le motivazioni, il sicario reo confesso era pienamente capace di intendere e di volere: fu dunque considerata infondata la richiesta di esecuzione di una perizia psichiatrica presentata dalla difesa.[42]
L'11 gennaio 2024 le condanne all'ergastolo furono confermate, in via definitiva, dalla Corte di Cassazione.[43][44]