Voce su Roberta Siragusa
Il corpo senza vita di Roberta Siragusa, 17 anni, fu rinvenuto la mattina del 24 gennaio 2021 a Caccamo, in provincia di Palermo, all'interno di un burrone in una zona impervia del territorio di Contrada Monte Rotondo, alle pendici del Monte San Calogero.[1][2]
Uno scorcio di Caccamo. Sullo sfondo il Duomo di San Giorgio Martire (di Phyrexian, licenza CC BY-SA 4.0).
La vittima, originaria della stessa cittadina, era scomparsa nelle ore precedenti, durante la notte, dopo aver partecipato a un raduno con il fidanzato e altri amici in una villetta nei pressi del Monte San Calogero, nonostante vigesse il divieto di assembramento per la pandemia di Covid-19. I genitori, non vedendola tornare a casa, avevano segnalato la sparizione.
La mattina seguente il compagno della giovane, Pietro Morreale, 19 anni, si presentò alla locale caserma dei Carabinieri, accompagnato da un genitore e dal proprio legale. Inizialmente si era diffusa la notizia che il ragazzo avesse confessato di aver ucciso la fidanzata, ma nel pomeriggio l'avvocato smentì tali indiscrezioni, affermando che il proprio assistito era soltanto trattenuto dai militari per un interrogatorio.[3]
Morreale rivelò ai Carabinieri il luogo in cui si trovava il cadavere della vittima. Il giovane al contempo aveva rilasciato agli inquirenti dichiarazioni contraddittorie che lo resero il principale sospettato del delitto.[4] Il corpo della diciassettenne al momento del rinvenimento si presentava parzialmente carbonizzato e nudo nella parte alta, con i pantaloni abbassati, il volto tumefatto, il cranio ferito e parte dei capelli rasati a causa delle bruciature.[5][6] Per recuperare i resti della ragazza dovettero intervenire sul posto i Vigili del Fuoco.
Il diciannovenne fu sottoposto a un lungo interrogatorio, protrattosi fino alle prime ore del 25 gennaio, in cui aveva fornito la propria versione dei fatti, respingendo le accuse e rendendosi estraneo alle responsabilità nella morte della vittima. Nel frattempo gli investigatori ascoltarono anche i conoscenti della coppia, tra cui i partecipanti al raduno della serata precedente. Dai racconti sarebbe emerso che i due ragazzi avevano litigato al termine della festa. Sarebbero state inoltre frequenti le discussioni avvenute tra i due giovani nei mesi precedenti: circostanze che avrebbero portato la diciassettenne a maturare l'ipotesi di lasciare il fidanzato.[7]
La Procura di Termini Imerese, nella mattinata del 25 gennaio, aveva emesso il decreto di fermo nei confronti di Morreale con le accuse di omicidio volontario e occultamento di cadavere.[8] Erano troppe le contraddizioni nelle deposizioni del giovane, smentite dalle testimonianze di alcuni amici e dalle registrazioni delle telecamere di videosorveglianza che avevano ripreso la sua auto due volte nel corso della notte, nei pressi del luogo in cui era stato abbandonato il corpo senza vita della vittima.
Circostanze di cui lui non aveva fatto cenno ai Carabinieri e che, unite ad altri elementi emersi dalle indagini, avevano maturato negli investigatori l'ipotesi che il diciannovenne fosse l'autore del delitto.[9] Lo stesso avrebbe messo in atto determinati comportamenti nel tentativo di costruirsi una versione dei fatti verosimile al fine di depistare le indagini e rallentare le attività di soccorso.
Inoltre diverse testimonianze avrebbero rivelato di precedenti episodi di maltrattamenti ai danni della fidanzata. Uno in particolare sarebbe avvenuto nel giugno del 2020, quando la ragazza rimediò un occhio tumefatto dopo essere stata percossa. Segnali che riconducevano a un rapporto morboso nei confronti della compagna.[10][11]
La Chiesa della Santissima Annunziata a Caccamo, in provincia di Palermo, dove sono stati celebrati i funerali di Roberta Siragusa (su concessione di BeWeB - Beni Culturali Ecclesiastici in Web)
Il 28 gennaio, nell'interrogatorio di garanzia di fronte al giudice per le indagini preliminari, Morreale si avvalse della facoltà di non rispondere. Nei suoi confronti il giudice non convalidò il fermo per la mancanza del pericolo di fuga. Tuttavia, accogliendo la richiesta della Procura, venne comunque disposta la permanenza in carcere.[12][13]
L'ordinanza di custodia cautelare evidenziò i gravi indizi di colpevolezza precisando che il diciannovenne, mosso da una fortissima gelosia, avrebbe ucciso la vittima dopo aver tentato un approccio sessuale e, successivamente, le avrebbe dato fuoco. Poi l'abbandono del corpo esanime nella scarpata dove fu ritrovato. Lo stesso giudice non escluse il coinvolgimento di terze persone, sottolineando le contraddizioni del racconto del giovane e delle dichiarazioni rilasciate dai suoi genitori.[14][15]
Le ulteriori attività investigative avevano permesso di rilevare nei pressi del campo sportivo di Caccamo un cumulo di oggetti dati alle fiamme, non del tutto arsi, e un mazzo di chiavi appartenenti alla porta d'ingresso della residenza della ragazza.[16][5] Il successivo mese di maggio fu reso noto il contenuto delle immagini registrate dalla videocamera di un bar nelle vicinanze del sopracitato luogo.
Le riprese mostravano un individuo che cospargeva di liquido infiammabile la vittima, dopodiché la ragazza veniva avvolta dal fuoco. Quella persona sarebbe il diciannovenne indiziato, che avrebbe ucciso l'ex compagna sul posto prima di caricarne il corpo esanime in auto e trasportarlo al dirupo in Contrada Monte Rotondo dove venne gettato e abbandonato.[17][18]
Secondo la relazione del medico legale, il decesso di Roberta Siragusa sarebbe stato determinato da un arresto cardiocircolatorio e respiratorio conseguente al gravissimo stato di shock causato dalle estese e gravissime ustioni del capo, del tronco e degli arti superiori, fino alla carbonizzazione di ampie parti della superficie corporea. La giovane avrebbe avuto un'agonia dai 2 ai 5 minuti prima di perdere definitivamente la vita.[19][20]
L'indiziato nel frattempo aveva continuato a respingere le accuse, sostenendo di non aver ucciso la vittima, anzi, sarebbe stata lei a togliersi la vita. Il successivo mese di dicembre la Procura di Termini Imerese aveva chiuso le indagini.[21] Nei primi giorni del 2021 Morreale fu rinviato a giudizio con le accuse di occultamento di cadavere e omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà e dall'aver commesso il delitto ai danni di una persona a cui era legato da una relazione affettiva.[22][23]
Nel mese di giugno l'imputato aveva deposto a processo, ribadendo la sua versione dei fatti, ovvero che la vittima si sarebbe data fuoco da sola. Di ritorno versa casa i due, nell'auto di lui, avrebbero deciso di appartarsi al campo sportivo di Caccamo. Lì Roberta avrebbe confidato al diciannovenne di sentirsi con un'altra persona. Dopodiché ci sarebbe stato un diverbio e la giovane avrebbe afferrato un recipiente contenente della benzina, che Morreale aveva riposto nell'abitacolo per rifornire il proprio scooter. La ragazza si sarebbe versata il liquido addosso per poi darsi fuoco.[24][25]
Il 12 ottobre 2022 la Corte d'Assise di Palermo aveva condannato l'imputato all'ergastolo.[26][27] Dalle motivazioni della sentenza di primo grado era emerso che, quattro giorni prima del delitto, Roberta aveva inviato un messaggio ad un amico, confidandogli che Morreale aveva provato ad ucciderla stringendole una corda intorno al collo: "Per farlo calmare gli ho dovuto dire che lo amo, che non lo lascerò mai, mi sono sentita morire... È un bastardo, ho paura, non lo lascerò mai, mi ammazzerà...".[28]
La statua de "I Cento Eroi", dedicata al ricordo dei Caduti della Prima Guerra Mondiale, situata nella piazza omonima a Caccamo (di trolvag, licenza CC BY-SA 3.0)
I giudici precisarono che non era possibile stabilire la dinamica dell'accensione del fuoco. Non si poteva affermare che fosse stato appiccato dalla stessa vittima (come sempre sostenuto da Morreale), né tanto meno che vi fosse stato l'intervento di un soggetto terzo. Tuttavia, anche se la visione delle registrazioni video non permetteva di accertare la presenza dell'imputato, al contempo era pure vero che non la escludeva.
Secondo i giudici, il ragazzo aveva convinto la giovane a uscire la sera del 23 gennaio 2021, nonostante lei fosse restia. Dopo la serata passata con alcuni amici, i due si recarono in auto nei pressi del campo sportivo di Caccamo. Lì, in seguito al rifiuto di lei ad avere un rapporto sessuale, sarebbe scoppiato un litigio, sfociato successivamente in un'aggressione fisica e il versamento del liquido infiammabile sul corpo della vittima che, per le botte ricevute, giaceva esanime sull'asfalto.
Morreale avrebbe premeditato "freddamente" il delitto, compiuto con crudeltà e "optando per la modalità più atroce", scrissero i giudici, finendo per "assistere impassibile all'abbruciamento" della ragazza con una "assoluta mancanza di qualsivoglia sentimento di umanità". Poi il tentativo di occultamento del cadavere, rinvenuto la mattina seguente dalle forze dell'ordine su suggerimento dello stesso giovane.[29]
Il 27 novembre 2023 la seconda sezione della Corte d'Appello di Palermo confermò l'ergastolo per l'imputato.[30][31] Le motivazioni della sentenza di secondo grado precisarono che gli accertamenti medico legali avevano escluso la tesi dell'incidente sostenuta della difesa. Morreale aveva riferito una sequela di bugie, vere e proprie mistificazioni, considerate dalla Corte "puerili ma lucidi tentativi di darsi una sorta di alibi".
I giudici sottolinearono anche l'anomalo comportamento del ragazzo e dei membri della sua famiglia che ritennero di "presentarsi ai Carabinieri a denunciare quella che comunque, suicidio o incidente, era pur sempre una tragedia immane caduta sotto i propri occhi, solo col proprio comodo alle 9:00 del 24 gennaio 2021″. Ovvero sette ore dopo il decesso.[32]
Il 10 luglio 2024 la sentenza fu confermata e resa definitiva dalla Corte di Cassazione.[33][34]