Voce su Giuseppa Loredana Dinoi
Giuseppa Loredana Dinoi, 71 anni, fu uccisa dal convivente Pietro Dimitri, 75 anni, la mattina del 12 ottobre 2021 nell'abitazione in cui i due risiedevano a Manduria in provincia di Taranto.[1][2]
Foto di Piazza Garibaldi a Manduria in provincia di Taranto (di Andrea Fistetto, licenza CC BY-SA 3.0)
L'uomo aveva telefonato ai Carabinieri per confessare di aver tolto la vita alla donna, poi annunciò l'intenzione di suicidarsi. I vicini di casa erano già in allerta a causa delle forti urla che provenivano dall'appartamento della coppia. Quando i militari giunsero sul posto, trovarono la vittima morta con numerose ferite d'arma da taglio al collo.
Il settantacinquenne si procurò delle lesioni alle braccia e al collo, superficiali e non particolarmente gravi da metterlo in pericolo di vita. Tratto in arresto dai Carabinieri, l'uomo fu prima trasportato all'ospedale di Manduria per ricevere le cure del caso, poi condotto nel carcere di Taranto con l'accusa di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dal rapporto di convivenza. Dimitri era un ex imprenditore, già noto alle forze dell'ordine per reati associativi di rapina ed estorsione. In passato fu sottoposto a "sorveglianza speciale".
La vittima era pensionata, ex titolare di una lavanderia a Manduria. Per molti anni aveva vissuto insieme alla madre, poi alla morte di quest'ultima aveva preso la decisione di trasferirsi in una nuova abitazione. Successivamente diede ospitalità a Dimitri che, separato e padre di tre figli, non era in buoni rapporti con i propri parenti ed aveva problemi economici.
Secondo le ricostruzioni, la coppia aveva cominciato a litigare sin dalle prime ore del mattino. La violenta discussione degenerò poi nella mortale aggressione. Il settantacinquenne avrebbe riferito ai militari di presunte incomprensioni tra lui e la convivente che duravano da tempo. Lei avrebbe anche espresso la volontà di allontanarlo dall'abitazione.[3]
L'esame autoptico rilevò più di 50 lesioni inferte sul corpo della vittima, quasi tutte localizzate nella zona del collo. Altre ferite agli avambracci e alle gambe lasciarono intendere che la donna avesse provato a difendersi nel corso dell'aggressione. L'uomo aveva utilizzato la lama di un taglierino industriale, lunga circa 13 centimetri. Alcuni dei colpi furono sferrati anche in seguito al decesso.[4]
Secondo le risultanze delle indagini, Dimitri avrebbe ucciso la convivente per un profondo risentimento, causato dal rifiuto della stessa di fornirgli denaro da spendere per le scommesse.[5] Il settantacinquenne, per sua stessa ammissione, era affetto da ludopatia. Nel respingere la richiesta di scarcerazione presentata dal legale della difesa, la Corte di Cassazione precisò che la personalità dell'indagato era caratterizzata da "un totale disprezzo per la vita umana, nonché la determinazione nel portare a compimento i propri intenti criminali".[6]
Nella primavera del 2022 Dimitri fu rinviato a giudizio.[7] Il 3 marzo 2023 fu condannato all'ergastolo dalla Corte d'Assise di Taranto.[8][9] Nel processo di secondo grado, la difesa avanzò una richiesta di patteggiamento con la pena di 24 anni di reclusione concordata con la pubblica accusa. La Corte d'Appello di Taranto respinse l'istanza e, il 14 dicembre 2023, confermò il "fine pena mai" per l'imputato.[6]