Voce su Ada Rotini

Uno scorcio panoramico di Bronte in provincia di Catania con l'Etna sullo sfondo (di Zino65, licenza CC BY-SA 3.0)
Ada Rotini, 46 anni, fu uccisa dall'ex compagno e marito Filippo Asero, 47 anni, l'8 settembre 2021 a Bronte in provincia di Catania.[1]
La donna in mattinata si era recata a casa dell'uomo per recuperare alcuni effetti personali dall'abitazione dove la coppia precedentemente aveva convissuto. La vittima fu accompagnata sul posto in auto dalla sorella e da un anziano, per il quale la quarantaseienne lavorava come badante nel vicino comune di Maletto.
Asero avrebbe ritenuto, erroneamente, che la moglie avesse riallacciato la relazione con il suo precedente compagno. Così, dando in escandescenze, aveva estratto un coltello e cominciato a colpire la donna in auto, sferrando i fendenti dal finestrino sotto gli occhi della sorella e dell'anziano.
Il quarantasettenne, come se non bastasse, trascinò la vittima fuori dall'abitacolo per continuare a infierire su di lei, mentre l'anziano aveva provato, invano, a fermarlo, rimediando anch'egli delle ferite. I presenti sul posto allertarono i soccorsi mentre Asero, dopo aver aggredito l'ex compagna, aveva tentato di suicidarsi utilizzando la stessa arma da taglio contro sé stesso.
Per fermare il malintenzionato si rivelò decisivo l'intervento di un Carabiniere, fuori dal servizio e in licenza a Bronte, che si era precipitato sul luogo per tenere a bada il quarantasettenne fino all'arrivo del personale sanitario.[2]
Per la signora Rotini, originaria di Noto in provincia di Siracusa, non ci fu null'altro da fare che constatare il decesso.[3] Asero invece fu trasportato all'ospedale Cannizzaro di Catania dove le cure dei medici lo misero fuori pericolo. Nel corso della stessa giornata avrebbe dovuto tenersi la prima udienza di separazione per la coppia. I due si erano sposati nell'agosto del 2020, ma il matrimonio durò meno di un anno e la donna decise di chiudere quella relazione.[4]
Asero nel dicembre del 2001 fu arrestato nell'abito dell'inchiesta sulla morte di Sergio Gardani, un trentaduenne ucciso in un agguato a Bronte. Secondo le indagini, l'omicidio era scaturito in seguito a una lotta interna tra organizzazioni criminali locali per il controllo delle estorsioni e del traffico di sostanze stupefacenti sul territorio. Asero nell'ottobre del 2003 fu condannato in primo grado all'ergastolo, ma successivamente in Appello venne assolto con formula piena per non aver commesso il fatto.[5]

La Cattedrale di San Nicolò a Noto in provincia di Siracusa dove sono stati celebrati i funerali di Ada Rotini (di Hein Didden, licenza CC BY-SA 3.0)
La signora Rotini nel dicembre del 2020 si rivolse ai Carabinieri di Maletto per segnalare i comportamenti violenti del compagno. Contestualmente aveva annunciato la sua volontà di interrompere la relazione. La donna e la figlia undicenne erano state collocate dalla Polizia giudiziaria in una struttura protetta, abbandonata volontariamente dalla quarantaseienne dopo pochi giorni per recarsi presso l'abitazione dei genitori a Noto.
Nei primi giorni del gennaio 2021 la donna poi aveva scelto di riappacificarsi con il coniuge, ritornando a vivere insieme lui a Bronte. Tuttavia nel mese di giugno la quarantaseienne decise di interrompere nuovamente la relazione e di avviare le procedure di separazione, tornando dai genitori nei Siracusano.
Mentre Asero era ancora ricoverato all'ospedale Cannizzaro per le ferite autoinflitte, il giudice per le indagini preliminari di Catania aveva convalidato l'arresto in flagranza confermando la misura di custodia cautelare in carcere.[6] L'esame autoptico sulla salma della vittima stimò almeno 40 coltellate sferrate dall'uomo prima di tentare il suicidio.[7]
Nell'aprile del 2022 furono chiuse le indagini. Il lavoro investigativo della Procura fece emergere un quadro della vicenda ancora più crudo del previsto. La signora Rotini sarebbe stata sottoposta a continui maltrattamenti e persecuzioni da parte del quarantasettenne. Tra i vari episodi di violenza, schiaffi, calci e un tentativo di spingerle la testa sott'acqua. Lei aveva presentato una formale denuncia alle forze dell'ordine.[8]
L'uomo fu rinviato a giudizio per omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi.[9] Il 21 settembre 2023 fu condannato in primo grado all'ergastolo dalla Corte d'Assise di Catania.[10] La sentenza dispose anche un anno di isolamento diurno.[11]