Voce su Assunta Sgarbini

Uno scorcio panoramico dall'alto di Montecorvino Rovella in provincia di Salerno (di Liberotag73, licenza CC BY-SA 3.0)
Assunta Sgarbini, 47 anni, è stata trovata morta in casa nel corso della mattinata del 23 agosto 2025 a Montecorvino Rovella in provincia di Salerno.[1]
A rinvenire il corpo senza vita della donna sono stati i Carabinieri, allertati dalle segnalazioni dei parenti di Christian Persico, 37 anni. Quest'ultimo, ex compagno della quarantasettenne, si era reso irreperibile dopo aver lasciato un biglietto con su scritto "Ho fatto una cavolata".[2]
I militari hanno provato, invano, a mettersi in contatto con la signora Sgarbini, fino all'irruzione nell'abitazione della donna in via Franchini, nella frazione di Votraci. All'interno è stato scoperto il corpo esanime, riverso sul pavimento. I sanitari del 118 non hanno potuto fare altre che constatare il decesso. Secondo la prima ispezione medico legale, la vittima sarebbe deceduta per soffocamento mediante asfissia meccanica esterna.[3] Nel frattempo i Carabinieri si sono subito messi sulle tracce dell'ex compagno, datosi alla fuga.
Il trentasettenne avrebbe aggredito mortalmente l'ex convivente Assunta Sgarbini al culmine di una lite fra le mura domestiche. La relazione tra i due si era interrotta da poco tempo, ma l'uomo avrebbe tentato in più occasioni di ricucire il rapporto, iniziato nel 2016. Il padre della vittima ha riferito al Tg1: «Lei l'ha cacciato fuori, secondo me perché non lavorava, si presentava a casa, faceva tutti i comodi suoi. Mia figlia a un certo momento dice "te ne devi andare da qua" e l'avrebbe cacciato pure... purtroppo non si può tenere una persona che non serve in casa».[4]
La quarantasettenne era madre di tre figli di 26, 24 e 17 anni, avuti da una precedente relazione. "Ci stringiamo intorno alla famiglia di Tina – ha riferito il sindaco di Montecorvino Rovella, Martino D'Onofrio –, tutti la conoscevano con questo nome, anche se all'anagrafe era Assunta. Ci lascia una mamma di tre figli. Non ci sono mai giunte segnalazioni da parte della coppia. Siamo frastornati da quanto accaduto".
La donna lavorava come receptionist in una palestra di Battipaglia. Il legame della sua famiglia con il territorio era ulteriormente rafforzato dal padre, che per anni aveva lavorato come autista di linea per una compagnia di trasporti locali. Anche Christian Persico era originario di Montecorvino Rovella, cresciuto nella zona di piazza Duomo. Dopo essersi trasferito a Votraci per convivere con Sgarbini, aveva trovato un impiego come carpentiere.[5]
L'uomo è stato rintracciato e fermato dai Carabinieri nella serata dello stesso 23 agosto. Durante la sua breve latitanza, avrebbe tentato di togliersi la vita gettandosi da un ponte, ma è riuscito a sopravvivere. I militari lo hanno localizzato in seguito ad una segnalazione dei concittadini, mentre vagava in stato confusionale per le strade di Montecorvino Rovella con il volto tumefatto.[6][4] Dopo essere stato sottoposto alle cure del personale sanitario, Persico è stato accompagnato in caserma.
Nell'interrogatorio dinanzi al PM ed ai Carabinieri, l'uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Al termine delle formalità di rito, il trentasettenne è stato condotto in carcere con l'accusa di omicidio volontario.[3] Il successivo 25 agosto, nell'udienza di convalida del fermo, Christian Persico ha confessato le proprie responsabilità. Il giudice per le indagini preliminari di Salerno, su richiesta dalla locale Procura, ha confermato la custodia cautelare in carcere.[7]