Il femminicidio di Fatimi Hayat a Foggia

Vittima:
Fatimi Hayat
Presunto killer:
Tariq El Mefedel
Località:
Foggia
Data:
7 agosto 2025
Uno scorcio della Chiesa di San Francesco Saverio in piazza XX settembre, ripreso da via Duomo a Foggia

Uno scorcio della Chiesa di San Francesco Saverio in piazza XX settembre, ripreso da via Duomo a Foggia (di Moreno De Lauri, licenza CC BY-SA 4.0)

Voce su Fatimi Hayat

Fatimi Hayat, 46 anni, è stata trovata morta nel corso della notte tra il 6 e il 7 agosto 2025 a pochi passi dalla sua abitazione, in vico Cibele a Foggia, non molto distante da piazza XX settembre.‍[1][2]

Uno scorcio della Chiesa di San Francesco Saverio in piazza XX settembre, ripreso da via Duomo a Foggia

Uno scorcio della Chiesa di San Francesco Saverio in piazza XX settembre, ripreso da via Duomo a Foggia (di Moreno De Lauri, licenza CC BY-SA 4.0)

La donna, originaria del Marocco ma residente da anni nel centro del capoluogo pugliese, è stata aggredita a coltellate intorno alle ore 2:00. A lanciare l'allarme sono stati alcuni residenti, dopo aver sentito le urla della vittima, mentre tentava di sfuggire al suo aggressore che, in poco tempo, si è reso irreperibile.

La quarantaseienne – impiegata da circa un anno e mezzo come cuoca in un ristorante della periferia di Foggia – si è accasciata sull'asfalto e, purtroppo, non c'è stato nulla da fare per salvarla. Troppo gravi le lesioni d'arma da taglio inflitte da chi l'aveva aggredita. I sanitari, giunti successivamente sul posto, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso.

Le forze dell'ordine si sono subito messe sulle tracce dell'ex compagno della donna, Tariq El Mefedel, dato che la stessa, poche settimane prima, aveva presentato una denuncia per stalking nei suoi confronti. L'uomo, un connazionale di 47 anni, era immigrato regolare sul territorio italiano. La vittima, tra l'altro, accortasi della presenza del suo ex compagno nelle vicinanze, era anche riuscita a telefonare alla Polizia che, però, è arrivata sul posto quando l'omicidio era già stato compiuto.

Nella conversazione al 113, successivamente resa pubblica, la quarantaseienne aveva riferito: "Ho chiamato anche l'altra volta. Ho la minaccia di uno, un marocchino come me. Mi seguiva tutti i giorni, però lui ha il divieto che non può entrare a Foggia, mi minacciava sempre. Tutti i giorni viene vicino casa mia: lo caccio, ma lui viene lo stesso. Adesso ho finito di lavorare, il tempo di arrivare a casa e lui sta correndo dietro di me. L'ho denunciato, ma sta arrivando verso di me...". Al termine della telefonata, le urla strazianti della vittima, raggiunta dai fendenti dell'aggressore.‍[3]

Fatimi Hayat, chiamata Anna dai conoscenti più stretti, nel precedente mese di aprile si era rivolta al Centro Antiviolenza "Telefono Donna", afferente all'associazione "Impegno Donna", per chiedere aiuto spiegando che l'ex compagno si era già mostrato violento durante i mesi della relazione. Lei aveva deciso di terminare quel rapporto, ma Tariq El Mefedel aveva continuato a importunarla, seguendola e minacciandola.

Le operatrici del centro avevano anche consigliato alla quarantaseienne di allontanarsi da Foggia e trovare un rifugio presso una struttura protetta, oppure di recarsi altrove nell'abitazione di qualche parente. La vittima, però, per esigenze personali, non poteva allontanarsi dal capoluogo pugliese. Il 16 giugno 2025, inoltre, il Centro Antiviolenza avrebbe inviato alle forze dell'ordine una valutazione di "alto rischio", con possibile esito di femminicidio e, fino al 23 luglio, giorno in cui Fatimi Hayat si era rivolta nuovamente al centro dicendo che l'uomo la pedinava, non era stata ancora applicata alcuna misura cautelare.

Sull'ex compagno pendeva, già da maggio 2025 (dopo la denuncia della donna), un divieto di dimora a Foggia (e non di avvicinamento alla vittima con l'applicazione del braccialetto elettronico, come inizialmente la stampa locale aveva riportato). Il provvedimento era stato eseguito il successivo 15 luglio a Caserta, dove El Mefedel risultava domiciliato.‍[3] Poi, il 28 luglio, alla luce delle nuove minacce denunciate dalla donna, a carico del marocchino fu emessa un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per stalking. La misura, tuttavia, non era mai stata eseguita perché l'uomo risultava irreperibile.‍[4][5]

Il datore di lavoro della donna e titolare del ristorante in cui lei lavorava come cuoca, ha riferito in un'intervista al Corriere del Mezzogiorno: "Anna, così la chiamavano tutti, era spaventata da quell'uomo. Lei più volte gli aveva detto che tra loro era finita, ma lui non ne voleva sapere. Più di una volta era stata minacciata. Anche dopo la denuncia ha continuato a minacciarla ed a perseguitarla. Spesso io stesso accompagnavo Hayat a casa quando usciva dal lavoro ed era preoccupata di incontrarlo".

"Tutti noi sapevamo che lei era in pericolo – ha raccontato il titolare – e che quell'uomo avrebbe potuto farle del male. Una volta su Facebook l'ex compagno pubblicò una foto di Anna come se fosse un manifesto funebre. Questi non sono forse chiari segnali di pericolo? Ogni sera stava davanti alla sua abitazione, lo conoscevano anche i vicini di casa. Si poteva e si doveva fare di più, perché davvero tutti sapevano che Hayat era in pericolo e che quell'uomo avrebbe potuto farle del male".‍[6][7]

Nel corso del pomeriggio del 7 agosto 2025, Tariq El Mefedel è stato rintracciato e fermato a Roma. I Carabinieri della Capitale lo hanno trovato con gli indumenti ancora sporchi del sangue della vittima.‍[8][9] Nei giorni seguenti, interrogato dal giudice per le indagini preliminari di Roma, l'uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Nei suoi confronti è stato convalidato il fermo per omicidio volontario, mentre gli atti sono stati trasferiti alla Procura di Foggia per competenza territoriale.

Venti giorni dopo, nell'ordinanza cautelare confermativa firmata dal gip di Foggia, sono state rimarcate le minacce di El Mefedel nei confronti dell'ex compagna: "Te l'ho detto, preparati a passare la tua estate da Dio. Saluta la tua vita. Se non mi vuoi, ti ucciderò. Ti dico solo due parole: O sarai mia e ti comporti bene con me, o ti uccido per noi due. Moriamo tutti e due. Adesso te lo sto dicendo, e finirò anche la mia vita: Non ti ucciderò e andrò in galera, no... Ti uccido e mi uccido. Ci vediamo da Dio...".

Il giudice ha anche citato la telefonata disperata della donna al 113, effettuata nel corso della notte tra il 6 e il 7 agosto 2025 per denunciare la presenza del presunto stalker: "La chiamata s'interruppe bruscamente; si udirono le urla della donna e qualcuno colpirla ripetutamente". "Sebbene la vittima non avesse riferito specificatamente il nome dell'aggressore, pochi istanti prima di morire riferì inequivocabilmente di essere inseguita proprio dall'uomo che la perseguitava e minacciava di morte da mesi, che non poteva che essere Tariq El Mefedel", scrisse il gip di Foggia.‍[3]

Note

  1. Una breve relazione, lo stalking e la morte. Il femminicidio di Foggia "è una enorme sconfitta". FoggiaToday · Archiviato dall'originale. Consultato il 7 agosto 2025.
  2. Femminicidio a Foggia, 46enne uccisa a coltellate dall'ex: era protetta dal «codice rosso», ma l'uomo era irreperibile. Fermato a Roma. Corriere.it · Archiviato dall'originale. Consultato il 7 agosto 2025.
  3. a b c Femminicidio a Foggia, nella telefonata al 113 gli ultimi strazianti momenti di vita di Hayat Fatimi: «Mi sta seguendo, è dietro di me». La Gazzetta del Mezzogiorno · Archiviato dall'originale. Consultato il 5 settembre 2025.
  4. Foggia, 46enne uccisa a coltellate in strada: aveva denunciato l'ex compagno. È caccia all'uomo: non fu arrestato perché senza dimora. La Gazzetta del Mezzogiorno · Archiviato dall'originale. Consultato il 7 agosto 2025.
  5. Uccisa a Foggia dopo aver chiesto aiuto: centro antiviolenza aveva segnalato "rischio femminicidio". L'Immediato · Archiviato dall'originale. Consultato il 7 agosto 2025.
  6. Hayat Fatimi, uccisa a coltellate dall'ex. «Lui pubblicava manifesti funebri di "Anna". Costretta a tornare a casa scortata dalla Polizia». Corriere.it · Archiviato dall'originale. Consultato il 10 agosto 2025.
  7. Cuoca uccisa dall'ex compagno a Foggia, il datore di lavoro: «Lui pubblicava manifesti funebri di lei sui social. Tutti sapevano, non lo hanno fermato». Open · Archiviato dall'originale. Consultato il 10 agosto 2025.
  8. Fermato l'ex compagno della 46enne uccisa a Foggia: l'uomo rintracciato a Roma con gli abiti ancora sporchi di sangue. La Gazzetta del Mezzogiorno · Archiviato dall'originale. Consultato l'8 agosto 2025.
  9. Foggia, fermato a Roma l'ex compagno della 46enne uccisa: aveva ancora gli abiti sporchi di sangue. Fanpage.it · Archiviato dall'originale. Consultato il 7 agosto 2025.

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