Voce su Sueli Leal Barbosa
Sueli Leal Barbosa, 48 anni, perse la vita nel corso della notte tra il 4 e il 5 giugno 2025 all'Ospedale Fatebenefratelli di Milano. La donna, intorno all'una di notte, si era lanciata dalla finestra al quarto piano di un condominio in viale Abruzzi a Milano, nell'estremo tentativo di scampare alle fiamme che divampavano all'interno dell'appartamento in cui risiedeva. Rimasta gravemente ferita all'impatto al suolo, la vittima era deceduta poche ore dopo il trasporto al nosocomio.[1]
Uno scorcio di Piazzale Loreto a Milano (di Arbalete, licenza CC BY-SA 3.0)
La donna, originaria del Brasile ma da anni residente in Italia, aveva un figlio di 10 anni, nato da una precedente relazione e affidato all'ex marito (per via di accordi stabiliti tra genitori separati). La quarantottenne era un'operatrice sociosanitaria: in passato aveva lavorato al Centro Gaetano Pini di Milano, poi era stata assunta all'Istituto Nazionale dei Tumori. Negli ultimi tempi conviveva con il nuovo compagno nell'appartamento di viale Abruzzi.
Mentre il rogo si sviluppava nell'abitazione, la vittima non aveva potuto fuggire perché era bloccata dalle fiamme, dall'alta temperatura e, soprattutto, dalla porta dell'appartamento chiusa a chiave dall'esterno. Ad allertare i soccorsi erano stati alcuni vicini, allarmati dalle urla della donna. Quando le auto della Polizia giunsero sul posto, la quarantottenne era si era già lanciata per scampare all'incendio. Successivamente il rogo fu domato dai Vigili del Fuoco.
Il compagno e convivente della vittima, Michael Sinval Pereira, connazionale di 45 anni, era inizialmente irreperibile. Poco dopo, gli agenti della Squadra Mobile lo rintracciarono non molto lontano dal posto, nei pressi di un bar che distava circa cinquecento metri dal palazzo. L'uomo riferì ai poliziotti di essere uscito di casa, alcune ore prima, e di non essersi accorto dell'incendio. Le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza, però, lo smentivano.
Gli agenti gli chiesero di un litigio con la convivente, avvenuto nella tarda serata del 4 giugno e segnalato dai vicini che li avevano sentiti urlare nell'appartamento. Pereira ammise di aver avuto una discussione con la donna, ma minimizzò l'episodio ad un normale battibecco con la compagna, conosciuta nel 2022.
L'uomo fu ascoltato in Questura, prima come testimone e poi interrogato come indagato. Agli agenti raccontò: "Io e Sueli abbiamo discusso, lei era arrabbiata con me perché voleva che la raggiungessi a letto anziché bere... Mi sono innervosito, ho fumato una sigaretta e un istante prima di uscire l'ho gettata sul tappeto che era davanti al divano. Lei era maniaca della pulizia, volevo solo farle un dispetto, non pensavo che avrei provocato un incendio".
Gli inquirenti però non diedero credito alla versione del quarantacinquenne, tenuto anche conto del fatto che la porta di casa era chiusa dall'esterno con l'unica chiave a disposizione della coppia. Al termine delle formalità di rito, nella serata del 5 giugno, l'uomo fu sottoposto a fermo di indiziato di delitto con le accuse di incendio doloso e omicidio volontario.[2]
Secondo gli investigatori, sarebbe stato proprio Pereira ad innescare l'incendio. Il rogo si sarebbe generato in tempi rapidissimi, scoppiato da un focolaio iniziale e alimentato da un forte "irraggiamento termico". Tali modalità furono ritenute incompatibili, per tempistiche, con un evento accidentale. In particolare, come emerso dal sopralluogo del personale del Nucleo Investigativo Antincendi dei Vigili del Fuoco, nella casa risultava "la presenza di sostanze acceleranti la combustione" in almeno due punti, ossia "nel soggiorno, in prossimità della porta di ingresso, e nella camera da letto".
Inoltre, per il PM della Procura di Milano che aveva chiesto la convalida del fermo, Pereira non aveva "manifestato alcuna forma di dolore o ancor meno resipiscenza" per l'accaduto e, nel corso dell'interrogatorio, aveva aggiustato mano a mano la sua versione con menzogne, dall'orario di uscita dall'abitazione, all'assenza di liti con la donna, fino "alla presenza di cause alternative" del rogo, "quale il malfunzionamento della caldaia, che in realtà era risultata regolare".[3]
Secondo le testimonianze della sorella e delle amiche della vittima, Sueli Barbosa stava vivendo un "rapporto burrascoso" caratterizzato da vari episodi di violenza, anche se "lei stessa tendeva a minimizzare". Ad alcune altre amiche più strette, la quarantottenne avrebbe confidato di voler lasciare il compagno. Non risultavano, tuttavia, denunce per maltrattamenti o violenze domestiche riguardanti la coppia, anche se dagli archivi delle forze dell'ordine era spuntato un precedente datato marzo 2024. In quell'occasione, la donna aveva allertato le forze dell'ordine per richiedere un intervento nella sua abitazione.[4]
Nei confronti dell'uomo, la Procura di Milano aveva contestato le aggravanti della premeditazione, la crudeltà, i futili motivi ed il legame di convivenza con la vittima. Al termine dell'interrogatorio di garanzia, il giudice per le indagini preliminari convalidò il fermo, ravvisando la "pericolosità sociale" del quarantottenne da cui emergeva la possibilità di commettere reati analoghi. Nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere, il gip aveva precisato che il quarantottenne, agendo in modo "lucido e crudele", avrebbe deliberatamente appiccato il rogo in un ambiente chiuso, consapevole del fatto che la compagna sarebbe rimasta intrappolata all'interno dell'appartamento e che la sua morte sarebbe stata dolorosa e straziante.[5]
Al termine delle indagini, nel successivo mese di dicembre, la Procura chiese il giudizio immediato per Michael Pereira. Gli inquirenti confermarono le accuse di incendio doloso e omicidio volontario, mentre le aggravanti contestate furono quelle della crudeltà e del rapporto di convivenza con la vittima.[6]