Voce su Martina Carbonaro

La Basilica di Sant'Antonio da Padova ad Afragola, dove sono stati celebrati i funerali di Martina Carbonaro (di De Maio Agostino su FOTOEWEB.it)
Martina Carbonaro, 14 anni, scomparve nel corso della serata del 26 maggio 2025.[1] Dopo oltre ventiquattr'ore ore di ricerche, il corpo senza vita della giovane fu trovato nella notte tra il 27 e il 28 maggio in un edificio diroccato dell'ex campo sportivo Moccia di Afragola.[2]
L'adolescente, residente nello stesso comune della provincia di Napoli, era uscita con un'amica nel tardo pomeriggio del 26 maggio, poi aveva incontrato l'ex compagno Alessio Tucci, un diciannovenne del posto. La madre l'aveva sentita al telefono in serata, poi la ragazza non era più tornata a casa. Nelle ore seguenti i genitori avevano denunciato la sparizione della quattordicenne alle forze dell'ordine.
Nella serata del 27 maggio, Tucci fu interrogato dai Carabinieri. Il giovane era stato convocato in caserma perché sospettato di essere coinvolto nella scomparsa della vittima. Gli investigatori avevano acquisito varie immagini, registrate dai sistemi di videosorveglianza presenti nella zona, che permisero di ricostruire i movimenti della ragazza mentre si trovava insieme al diciannovenne.
In un video, in particolare, si notavano i due aggirarsi nei pressi dello stadio Moccia per poi introdursi all'interno di uno stabile dismesso dello stesso impianto sportivo. Qualche ora dopo, fuoriusciva soltanto il ragazzo, mentre della vittima non si avevano più tracce.[3] Il giovane, durante l'interrogatorio dinanzi agli inquirenti, sarebbe caduto più volte in diverse contraddizioni, anche in riferimento ai suoi spostamenti. Poi nella notte tra il 27 e il 28 maggio 2025, davanti alle evidenze delle immagini registrate dai sistemi di sorveglianza, il sospettato crollò e ammise di avere ucciso Martina Carbonaro.[2]
Poco dopo i Carabinieri rinvennero il cadavere della vittima. Il corpo fu nascosto tra i rifiuti e gli arredi di un edificio abbandonato nei pressi del vecchio stadio di Afragola. Il reo confesso avrebbe riferito di avere aggredito la quattordicenne perché "lo aveva lasciato".[4][5] I due avevano avuto una relazione sentimentale, durata circa due anni e terminata poche settimane prima del delitto. Era stata la ragazza a decidere di interrompere quel rapporto.[6]
La giovane fu colpita almeno quattro volte alla testa con una pietra.[7] Dopo l'aggressione mortale, il corpo senza vita venne occultato. Alessio Tucci nella giornata del 27 maggio, mentre era sospettato di essere coinvolto nella scomparsa di Martina Carbonaro, aveva anche partecipato alle ricerche della vittima, fingendo di non sapere dove si trovasse il cadavere.[6]

Uno scorcio di Piazza Municipio ad Afragola in provincia di Napoli (di DanieleVincenzo, licenza CC BY-SA 3.0)
Nei confronti del diciannovenne fu emesso il fermo per omicidio volontario pluriaggravato e occultamento di cadavere. Al termine delle formalità di rito, il reo confesso fu condotto in carcere, a disposizione dell'Autorità Giudiziaria. Il successivo 30 maggio, il giovane rispose alle domande del giudice per le indagini preliminari nel corso dell'udienza di convalida del fermo, durante la quale aveva ribadito la confessione precedentemente fornita agli inquirenti.
Tucci avrebbe precisato di avere aggredito la quattordicenne perché lei aveva respinto un suo abbraccio. "Lui ha cercato di abbracciarla, lei ha rifiutato quell'abbraccio e, a seguito di questo comportamento, mentre era di spalle, l'ha colpita. Poi ha sferrato un altro paio di colpi, sempre con la stessa pietra, e quando si è reso conto che la giovane non era più in vita, ha girato il corpo e l'ha coperto con degli arredi che erano nella casa abbandonata", aveva riferito il difensore del reo confesso al termine dell'interrogatorio di garanzia. Il giudice per le indagini preliminari convalidò il fermo richiesto dalla Procura di Napoli Nord.[8]
L'esame autoptico sulla salma della vittima aveva rilevato una profonda frattura al cranio causata da quattro colpi, inferti con una pietra acuminata, che provocarono una vasta emorragia e profonde lesioni, sia sulla parte frontale che posteriore della testa. La studentessa avrebbe provato a difendersi nel corso della violenta aggressione. Lasciata agonizzante tra i rifiuti del casolare abbandonato, non sarebbe morta subito, ma dopo un'agonia durata fino a un'ora. Probabilmente, se Tucci avesse chiamato subito i soccorsi, la quattordicenne si sarebbe potuta salvare.[9][10]