Voce su Patrizia Carteciano
Uno scorcio panoramico dall'alto del quartiere di Fuorigrotta a Napoli (di Napoli_Fuorigrotta, licenza CC BY-SA 4.0)
Napoli, quartiere Fuorigrotta, 28 aprile 2003. Erano quasi le 8.00 di un lunedì mattina e Michela, 13 anni, non era stata ancora svegliata dalla mamma. Una situazione insolita, l'atmosfera era surreale. La ragazzina andò a cercare la madre: si trovava ancora a letto, ma non si muoveva. A un certo punto la tredicenne si accorse che le lenzuola erano macchiate di sangue.[1]
La mamma, Patrizia Carteciano, 40 anni, fu uccisa a martellate. Il responsabile venne individuato nell'ex convivente, Giovanni Agliarulo, 42 anni, tossicodipendente e con precedenti per spaccio.[2] Diversi anni prima la vittima si era separata dal marito con il quale aveva avuto tre figli: Umberto, 16 anni, Michela, 13, e una bambina di 5. La secondogenita e la sorellina di notte non si erano accorte di nulla mentre si consumava il delitto. Il giovane, invece, non si trovava nell'abitazione perché viveva dalla nonna materna.
Dopo la chiusura del matrimonio, la quarantenne aveva iniziato una nuova relazione con Agliarulo. La loro storia era durata qualche anno e poi terminata un mese prima del delitto, per la gelosia di lui e i continui litigi di coppia. Patrizia lo aveva cacciato di casa. Giovanni era un uomo aggressivo. Nel 1999 aveva perfino tentato di uccidere l'ex marito di lei. La vittima d'altro canto si dava tanto da fare per mantenere i figli, prima come bidella e poi come dipendente di una ditta di pulizie.
Dopo l'ennesima lite, la donna lo aveva allontanato. Agliarulo era tornato nella sua abitazione, distante poche centinaia di metri dalla casa di lei, sempre a Fuorigrotta. Patrizia nel frattempo aveva cambiato la serratura della porta, ma l'uomo meditava vendetta. Nella notte tra il 27 e il 28 aprile 2003, il malintenzionato fece irruzione nel cortile del complesso di palazzine comunali dove risiedeva la quarantenne.
Salì su un muretto e riuscì a scavalcare la ringhiera del terrazzino della camera da letto della donna, al primo piano dell'edificio. Poi forzò la finestra e, una volta all'interno, si procurò una mazzuola che stava nel ripostiglio dell'appartamento. Dopodiché si recò nella camera da letto. Lì cominciò a colpire l'ex compagna alla testa. Lei si svegliò e tentò di difendersi, ma fu impossibile salvarsi da quella la pioggia di martellate che le avevano spaccato il cranio.
Agliarulo si allontanò dal posto, ma fu arrestato circa dodici ore dopo, nel corso del pomeriggio, nei pressi dei cimitero di Fuorigrotta mentre si trovava in compagnia del fratello.[1] L'uomo fu processato in rito abbreviato e condannato a 30 anni di reclusione.[3]