Voce su Anna Rosa Fontana
Anna Rosa Fontana, 38 anni, fu uccisa a coltellate dall'ex compagno Paolo Chieco, 53 anni, il 7 dicembre 2021 sull'uscio di casa a Matera.[1][2]
Uno scorcio panoramico di Matera (di Acquario51, licenza CC BY-SA 4.0)
La donna in passato era stata sposata con un altro uomo, con il quale aveva avuto due figli, poi sopraggiunse la separazione e l'incontro con Chieco, un manovale di Matera che risiedeva a circa 300 metri dall'abitazione della vittima. Anche quella relazione però giunse al termine, nonostante la nascita di un'altra bambina.
Chieco però non si era mai rassegnato alla decisione dell'ex compagna, mettendo in atto una lunga serie di persecuzioni. Nel luglio del 2005, aggredì la donna nell'abitazione di lei, accoltellandola più volte davanti a uno dei figli che all'epoca aveva 7 anni.
Per quell'episodio Chieco fu condannato in rito abbreviato a 8 anni di reclusione in primo grado, ridotti poi a 6 anni in Appello, scontati perlopiù ai domiciliari. Il provvedimento restrittivo però non servì a placare l'uomo che in seguitò provò comunque a maltrattare e perseguitare la vittima.
Nell'ottobre del 2009, dopo aver scontato per intero la precedente condanna, Chieco con un pretestò riuscì a ottenere un appuntamento con la signora Fontana. Nel corso dell'incontro, lui le legò una corda al collo e la portò sul ciglio di un burrone, minacciando di lanciarla nel vuoto.
La vittima fortunatamente si salvò dopo essere riuscita a inviare diversi messaggi con il cellulare ai parenti. La donna denunciò nuovamente l'ennesima aggressione, ma nei confronti dell'uomo fu riconosciuto soltanto il reato di stalking e fu disposto a suo carico il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dall'ex compagna.
Chieco tese un ultimo agguato alla donna l'anno successivo, la sera di martedì 7 dicembre 2010. Il cinquantatreenne la stava nuovamente seguendo in strada. Lei si accorse di lui e avvisò telefonicamente le forze dell'ordine che, però, le avrebbero risposto di non poter intervenire perché avevano bisogno di cogliere il malintenzionato in flagranza. Un comportamento che i legali della famiglia della vittima definirono omissivo.[3]
La trentottenne tentò invano di rifugiarsi a casa ma, prima che lei riuscisse a rientrare nella propria abitazione, l'ex compagno la raggiunse e la aggredì a coltellate. Quella volta i fendenti si rivelarono fatali.[4]
Rinviato a giudizio per omicidio, Paolo Chieco fu processato in rito abbreviato e nel febbraio del 2012 fu condannato a 30 anni di reclusione dalla Corte d'Assise di Matera.[5] Il successivo mese di novembre la sentenza fu confermata dalla Corte d'Appello di Potenza.[6]