Voce su Elisa Pavarani
La Chiesa dei Santi Stefano e Lorenzo a Sala Baganza, in provincia di Parma, dove sono stati celebrati i funerali di Elisa Pavarani (di Parma1983, licenza CC BY-SA 4.0)
Elisa Pavarani, 39 anni, fu uccisa dall'ex compagno Luigi Colla, 42 anni, nel corso del pomeriggio del 10 settembre 2016 a Parma. Il delitto si consumò nell'abitazione dell'uomo, in cui Elisa si era recata per un ultimo chiarimento. Lì venne aggredita con circa cinque fendenti d'arma da taglio che le stroncarono la vita.[1][2]
Dopo aver compiuto il delitto, il quarantaduenne si diede alla fuga. Ad allertare i Carabinieri fu il fratello della vittima, preoccupato perché non riusciva a mettersi in contatto con la sorella. Il cadavere della trentanovenne fu rinvenuto dai militari in serata. Nelle ore successive Colla fu rintracciato e sottoposto a fermo.
La donna era un'operaia residente a Sala Baganza in provincia di Parma.[3] Lei e Luigi stavano insieme da circa 13 anni, ma negli ultimi tempi i due si erano presi una pausa di riflessione. L'uomo, di fronte agli inquirenti e al giudice per le indagini preliminari, aveva confessato le proprie responsabilità, parlando di un gesto d'impeto.
Colla fu rinviato a giudizio in rito abbreviato e condannato in via definitiva a 30 anni di reclusione per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. Secondo le motivazioni del verdetto, l'uomo era ormai preparato all'ennesimo rifiuto dell'ex compagna di riallacciare la loro relazione, decidendo così di porre fine alla vita della trentanovenne.[4]
"La decisione di uccidere la donna", scrissero i giudici della Corte di Cassazione, "fu già presa da Colla alcuni giorni prima del delitto, tanto che per la sua attuazione l'imputato aveva convinto la vittima ad un incontro nell'abitazione di Parma e si era preparato 'psicologicamente' con l'assunzione di medicinali, stupefacenti e alcol". Contestualmente, precisarono gli ermellini, il quarantaduenne "aveva programmato di non ucciderla se quell'incontro l'avesse indotta a mutare la decisione di interrompere la relazione, già adottata in precedenza e a lui manifestata".[5]